E’ bene che si sappia, in questo periodo di prenotazione delle ferie estive: il problema del mare inquinato dalla plastica non è solo dell’Oceano Pacifico, ma riguarda anche il nostro Mar Tirreno ed in particolare una zona che avrebbe dovuto essere protetta come il Santuario dei Cetacei, fra Elba-Corsica-Capraia. Proprio quella zona, secondo i risultati di una indagine di Greenpeace, è ridotta ad “una zuppa di plastica”.
La ricerca, condotta da Greenpeace, CNR-IAS di Genova e all’Università Politecnica delle Marche per scoprire in che stato versa il mar Tirreno, ha dato esiti sconcertanti: in quel tratto di mare chiamato il Santuario Pelagos si è formato una piccola isola di plastica, fatta da materiale organico e da rifiuti di vario tipo tra cui bottiglie, contenitori in polistirolo utilizzati nel settore della pesca, flaconi, buste e bicchieri di plastica, imballaggi.
“Quello che abbiamo documentato dimostra come la plastica sia ovunque, anche in aree che sulla carta dovrebbero essere protette, come il Santuario Pelagos. In questo tratto di mare, per una convergenza di correnti, si crea un hotspot di plastica che si estende in uno spazio di alto valore naturalistico per la presenza di numerose specie di cetacei. Abbiamo effettuato dei campionamenti con i ricercatori a bordo per verificare anche la presenza di microplastiche: i risultati saranno noti nei prossimi mesi”, ha detto il Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia Giuseppe Ungherese in una nota stampa.