Buste biodegradabili non troppo amiche dell’ambiente. Proprio così. Circa un mese fa veniva pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology una ricerca, condotta dall’Università britannica di Plymouth, che evidenziava come i sacchetti bio che utilizziamo per portare a casa la spesa fossero in realtà difficili da degradare.
Non solo. A quanto pare, ritarderebbero anche la crescita delle piante. È quello che emerge da uno studio sulle buste compostabili realizzato da un gruppo di biologi e chimici dell’Università di Pisa. Pubblicata su Ecological Indicators, la ricerca evidenzia come i sacchetti possano causare anomalie e intaccare soprattutto le radici.
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Il team di lavoro che ha realizzato lo studio è composto da sei membri: docenti, ricercatori e studenti dell’Università di Pisa.
Buste biodegradabili e shopper non bio a confronto
Lo studio ha analizzato l’impatto che hanno le tradizionali shopper non-biodegradabili (realizzate con polietilene ad alta densità) sulla germinazione delle piante. Successivamente lo hanno poi confrontato con quelle biodegradabili e compostabili (realizzate con una miscela di polimeri a base di amido).
I ricercatori hanno effettuato un esame degli effetti fitotossici del lisciviato, la soluzione acquosa che si forma in seguito all’esposizione delle buste agli agenti atmosferici e alle precipitazioni. Da questa analisi è risultato che entrambe le buste rilasciano in acqua sostanze chimiche fitotossiche che influenzano la germinazione dei semi.
“La nostra ricerca ha dimostrato che la dispersione delle buste, sia non-biodegradabili che compostabili, nell’ambiente può rappresentare una seria minaccia, dato che anche una semplice pioggia può causare la dispersione di sostanze fitotossiche nel terreno. Da qui l’importanza di informare adeguatamente sulla necessità di smaltire correttamente questi materiali, considerato anche che la produzione di buste compostabili è destinata a crescere in futuro e di conseguenza anche il rischio abbandonarle nell’ambiente” – ha spiegato Claudio Lardicci, docente all’Ateneo di Pisa.