È allarme rifiuti in Italia: “Entro due anni le discariche saranno sature in tutto il Paese. Al Sud le prime situazioni di emergenza”. Lo mette in evidenza il rapporto “Per una strategia nazionale dei rifiuti”, presentato da Fise Assoambiente. Secondo l’indagine, “in Italia si producono ogni anno 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e circa 30 di rifiuti urbani, di cui avviamo a riciclo, rispettivamente, il 65% (92 milioni di tonnellate) e il 47% (15 milioni di tonnellate)”.
Ecco perché è urgente favorire pratiche di circular economy, partendo soprattutto dall’aumento della “raccolta differenziata (fino all’80%, considerato il tasso di resa rispetto ai rifiuti urbani intercettati) e la capacità di riciclo (+4 mln di tonnellate) del nostro Paese, limitando il tasso di conferimento in discarica e innalzando al 25% la percentuale di valorizzazione energetica dei rifiuti al fine di chiudere il ciclo” – come riporta lo studio.
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Secondo Fise Assoambiente urge nel lungo periodo una ‘strategia per la gestione rifiuti’ che coinvolga nella stessa battaglia il sistema pubblico e gli operatori privati. Secondo l’associazione sono “necessari investimenti in impianti di riciclo, recupero e smaltimento per 10 miliardi di euro”.
Allarme discariche: l’Onu avverte che siamo sommersi da rifiuti elettronici
Secondo l’Onu stiamo per essere travolti da “uno tsunami di rifiuti elettronici“. Parliamo di circa 50 milioni di tonnellate l’anno. Proprio così: attualmente solo il 20% dei rifiuti elettrici ed elettronici è smaltito correttamente attraverso canali di riciclaggio ufficiali. Anche se il loro valore si aggira intorno ai 55 miliardi di euro.
È necessario migliorare velocemente il controllo delle scorie tossiche di questi rifiuti prodotti in tutto il mondo. Recentemente si è tenuta una riunione a Ginevra insieme ai rappresentanti dei governi e delle organizzazioni sindacali. Durante il convegno i presenti hanno evidenziato l’urgenza di promuovere investimenti nelle infrastrutture e nei sistemi di gestione dei rifiuti a tutti i livelli.
Non solo. È fondamentale anche tutelare chi opera in questo settore che, soggetto alla tossicità del materiale elettrico ed elettronico, subisce danni. E di questo ne risente anche l’ambiente.