Dal report annuale “Stop pesticidi” condotto da Legambiente emerge la presenza di pesticidi nella frutta e verdura italiane. Ecco le percentuali
Anche se entro i limiti previsti dalla legge, sono presenti tracce di pesticidi in ben un terzo della frutta e verdura italiane. Proprio così, è quanto emerge dal report annuale “Stop pesticidi” condotto da Legambiente.
Nonostante i numeri parlino da soli, solamente l’1,3% dell’ortofrutta italiana è considerata fuorilegge per eccesso di pesticidi. Certamente va peggio se prendiamo in considerazione i prodotti che arrivano dall’estero, irregolari quasi nel 4% dei casi.
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Come ha spiegato Legambiente, il problema è che in molti prodotti ci sono residui di più sostanze (multiresiduo). Dunque, se singolarmente nessuna di queste sostanze supera i limiti imposti dalla legge, per la legislazione europea non c’è nulla di irregolare. Tuttavia, come si legge nell’indagine, “è noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell’organismo umano“.
Per quanto riguarda invece l’agricoltura biologica, frutta e verdura non contengono mai residui di pesticidi.
Pesticidi nella frutta e verdura italiane: qualche numero
Il report di Legambiente si basa sui risultati degli esami svolti nel 2017 all’interno di laboratori pubblici su 9.939 campioni di alimenti. Di questi, il 61% risulta regolare e privo di residui di pesticidi. Se è vero che i campioni fuorilegge sono solo l’1,3% del totale, ben il 34% mostra uno o più residui, sempre sotto i limiti di legge. Come abbiamo accennato, l’ortofrutta prodotta in Italia è molto più in regola rispetto a quella che arriva dall’estero (3,9%).
È la frutta la categoria dove sono presenti più residui: solo il 36% dei campioni analizzati ne è privo, mentre l’1,7% è irregolare. Non solo: oltre il 60% dei campioni, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più residui chimici.
Per quanto riguarda la verdura, il 64% dei campioni risulta senza alcun residuo. Anche se possiamo trovarli in alcuni prodotti, come l’8% di peperoni, il 5% degli ortaggi da fusto e oltre il 2% dei legumi, rispetto alla media degli irregolari per gli ortaggi (1,8%).
Se parliamo di uova italiane, 11 campioni (il 5% del totale campionato) risultano contaminati dall’insetticida fipronil. Le sostanze più presenti nei campioni analizzati sono: il boscalid, il chlorpyrifos e il fludioxonil.
Spostando l’attenzione sull’agricoltura biologica, il report evidenzia risultati positivi. I 134 campioni analizzati, infatti, risultano regolari e senza residui. L’unica eccezione riguarda un solo campione di pere, di cui non si conosce l’origine e che potrebbe essere stato contaminato casualmente.