La questione trivelle ha spaccato il governo penta-stellato portandolo pericolosamente vicino ad una crisi. Un breve riassunto delle puntate precedenti: il 9 gennaio il Movimento 5 Stelle porta in Senato un emendamento al decreto legge semplificazioni, con il quale si poneva uno stop definitivo alle cosiddette trivellazioni, la ricerca di idrocarburi in mare. La Lega non è d’accordo e il Parlamento si blocca.
Il problema è un documento del ministero dello Sviluppo economico -il Bollettino ufficiale per gli idrocarburi e le georisorse- firmato da Luigi di Maio, nel quale si autorizzavano nuove trivellazioni, per la precisione esplorazioni petrolifere a largo delle coste di Basilicata, Puglia e Calabria. Il testo del 9 gennaio è quindi una marcia indietro rispetto a quel documento.
Trivellazioni, cosa sono e perchè dividono
Le trivelle in mare sono lo strumento con il quale si costruiscono pozzi per estrarre materie prime come gas metano e petrolio. Si tratta di materie prime non rinnovabili, fossili, il cui consumo porta a quell’inquinamento atmosferico responsabile dei cambiamenti climatici. La direzione che i governi del mondo devono prendere è quella di abbandonare queste materie prime per cercare soluzioni ecologiche: per questo l’autorizzazione a nuove trivellazioni fa discutere, perchè si tratta di fonti di energia obsolete ed inquinanti, che devono essere abbandonate al più presto.
Un’altra ragione che rende le trivellazioni odiate dalle associazioni ambientaliste è il livello di inquinamento che esse stesse producono: intorno agli impianti di trivellazione il mare è inquinatissimo e c’è il rischio che il perforamento di suoli e fondali marini porti al dissesto idrogeologico e al rilascio nel mare sostanze chimiche pericolose.
Chi è a favore sostiene invece che è molto più gravoso procurarsi l’energia da lontano, dovendo costruire dei gasdotti (come la Tap) e aumentando per forza di cose le emissioni.
Trivellazioni, la situazione in Italia
E’ stato il documento del Ministero dello Sviluppo Economico che autorizza nuove trivellazioni, firmato dal Ministro Di Maio, a scatenare il dibattito: questo documento avrebbe dato il via libera sia ad esplorazioni nel Mar Ionio per nuove trivellazioni che alla coltivazione di una concessione nei pressi di Ravenna.
Il 24 gennaio Lega e Ms5 hanno raggiunto un accordo, che prevede lo stop per 18 mesi della ricerca di idrocarburi in mare e un aumento dei canoni pari a 25 volte.