Armadio Verde è una startup fondata da due imprenditori italiani, David Erba ed Eleonora Dellera, che, nell’ambito dell’economia circolare, hanno deciso di sostenere il mercato dell’usato e ridurre al massimo gli sprechi. Che vuol dire?
Quante volte, per esempio durante un cambio stagione, vi siete trovati di fronte a mucchi di vestiti che, per un motivo o per un altro, non indossate più? E ogni volta risuona nella testa la solita ‘vocina’: “Questi pantaloni sono diventati larghissimi, cosa me ne faccio”? Oppure, pensando ai propri figli, “Ha insistito tanto per farsi comprare questa maglia e non l’ha mai indossata, ha ancora il cartellino”. Come disfarsi, allora, degli abiti che non utilizziamo più, senza per questo ‘sprecarli’?
“L’idea è nata guardando l’armadio dei nostri figli riempirsi di vestiti inutilizzabili. Poi ci siamo resi conto che anche le donne hanno spesso armadi strapieni e voglia costante di cambiare guardaroba. E i numeri ci stanno dando ragione. Il modello di business è perfettamente scalabile e il mio sogno è aprire anche ad altri settori merceologici, anche se al momento restiamo concentrati sull’abbigliamento” – ha commentato David Erba. Scopriamo allora insieme come funziona la startup.
Armadio Verde, come riciclare abiti usati e guadagnarci
Per utilizzare il servizio di Armadio Verde vi basterà registrarvi sul sito della startup. A procedura ultimata, riceverete a casa vostra una scatola di cartone riciclato che riempirete con i vestiti da riciclare. A quel punto l’impresa si occupa di ritirare il box a sue spese e procede alla selezione degli abiti, assegnando una moneta virtuale con la quale gli utenti possono acquistare altri capi sul sito (con un’aggiunta di 5 euro per ogni transazione).
Se gli abiti che avete inviato non rientrano negli standard di qualità, potrebbero essere devoluti in beneficenza attraverso l’onlus Humana.org, così da evitare anche il minimo spreco. “L’innovatività del nostro e-commerce sta nel fatto che i clienti devono spedire vestiti che non usano per guadagnare le stelline necessarie per prendere altri vestiti. In questo modo il driver del prezzo spinge i clienti a liberare gli armadi da vestiti inutilizzati, creando il circolo virtuoso” – ha spiegato Erba.
Armadio Verde: tutti i numeri del successo
L’azienda è nata inizialmente appoggiandosi a negozi veri che fungevano da punti di raccolta. Solo nel 2015 è passata online, raccogliendo 1,3 milioni di euro di investimenti.
Armadio Verde ha attualmente all’attivo circa 8mila clienti, dà lavoro a 25 persone e ha chiuso il 2017 con un fatturato di 600mila euro. L’obiettivo che si pone quest’anno la startup è di chiudere il bilancio oltre i 2 milioni di euro. Il boom si è verificato lo scorso marzo, quando è stata introdotta la linea donna: gli scambi sono raddoppiati; non solo, il 60% degli abiti riciclati sono femminili.
Fino a oggi la startup sostenibile ha reso possibile lo scambio di 180mila capi che, se vogliamo tradurli in termini ambientalisti, equivalgono a un risparmio di 135 tonnellate di CO2 e 225 milioni di litri di acqua. Entro il 2019 dovrebbe arrivare in Francia e successivamente anche in Germania.