Marco del Palma, co-founder di Simbiosity, ha mappato le startup agritech italiane e dall’indagine realizzata per Seed&Chips 2018. Per realizzare il report, Simbiosity ha utilizzato un meccanismo di mapping e classificazione basato su intelligenza artificiale e algoritmi di semantica.
Quello che lega cibo e innovazione, il cosiddetto Agritech, è senza dubbio un settore nuovo che ha grandi possibilità di sviluppo anche in Italia. Marco del Palma, co-founder di Simbiosity, ha mappato le startup dell’agri-food italiane e dall’indagine realizzata per Seed&Chips 2018, è emerso che un’impresa su dieci si occupa di cibo, agricoltura e sostenibilità. Per realizzare il report, Simbiosity ha utilizzato un meccanismo di mapping e classificazione basato su intelligenza artificiale e algoritmi di semantica.
Dunque l’agri-food tech rappresenta per l’Italia circa il 10% delle startup: circa 1.890 imprese su un totale di 18.853. In questo report sono state considerate le aziende che hanno fino a 20 dipendenti, con 10 anni di anzianità e con all’interno connotazioni hi-tech.
Di queste aziende, il 10% appartiene all’agritech ‘extended’, startup che utilizzano tecnologie nell’ambito dell’innovazione del food, per esempio con i droni, ma che devono ancora scoprirne l’uso in campo agricolo. Invece, 617 sono quelle definite agri-food core.
Qualche numero. Il trend è di quelli importanti: +74% in un anno. A guidare è la Lombardia (127), Emilia-Romagna (69), Veneto (54) e Lazio (8,1%) valgono quasi il 50% di un quadro di imprese con attività nell’agritech (agricoltura di precisione, droni), nella trasformazione (produzione, packaging), nella distribuzione (e-commerce, delivery), health (biotech per la salute), “Knowledge&sharing” (food education, learning). Le 322 al Nord sono cresciute di numero dell’80%, le 128 del centro (+58%), ma soprattutto le 167 di Sud e Isole salite in un anno del 78 per cento.