“Prendo atto con grande entusiasmo del fatto che Damiano Tommasi e l’attuale dirigenza dell’Associazione Italiana Calciatori si siano finalmente accorti del problema dei loro associati in difficoltà, a due mesi dal lockdown in tutta Italia. Meglio tardi che mai”. Lo dice Marco Tardelli, candidato alla presidenza dell’Aic, rivolgendosi a Damiano Tommasi, presidente in carica dell’Assocalciatori, in merito alla necessità di aiuti per i calciatori in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus.
“Condivido anche con Tommasi e con l’Aic l’entusiasmo per i soldi stanziati dal ministro Spadafora e dal governo -prosegue il campione del mondo 1982-, visto che sono gli unici elargiti a migliaia di atleti, grazie a una legge dello Stato e all’esecutivo, non all’Associazione”. Alle prossime elezioni Tardelli sfiderà Umberto Calcagno che porta avanti la linea della continuità con le scelte di Tommasi.
“Ho il piacere di informare il presidente uscente che il vero fondo a cui attingere non è quello a cui fa riferimento, appena istituito. Ma lo invito a utilizzare – come da me pubblicamente suggerito più volte in queste settimane – i soldi per gli associati che sono nel Fondo Assistenza Mutuo Soccorso che, bilanci alla mano, disponeva di 8 milioni 300mila euro al 31 dicembre 2018”, rimarca Tardelli riferendosi all’annuncio di Tommasi di istituire un fondo per i calciatori in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus, che ha bloccato i campionati da quasi due mesi.
“Ben venga quindi il nuovo fondo di cui parla Aic, ma iniziamo a distribuire quello già esistente e costituito appositamente per questo scopo -prosegue Tardelli-. Questi otto milioni e 300 mila euro, fra l’altro, per statuto, possono essere immediatamente deliberati e distribuiti a tutti gli atleti che ne hanno bisogno, mentre il nuovo fondo di cui parla Tommasi ha bisogno del consenso e della partecipazione di Figc e Leghe, con un meccanismo burocratico molto più farraginoso, senza contare che non è ancora ben chiaro chi parteciperebbe a questo nuovo fondo”.
La conclusione del campione del mondo 1982 è una metafora calcistica, con un urlo degno di quello della finale mundial contro la Germania, dopo la corsa impazzita di gioia, entrato nella storia d’Italia e del calcio: “Insomma, caro Damiano – anche se non era la tua specialità in campo – fai un dribbling alla burocrazia e alle parole e pressa (questa sì una tua straordinaria capacità) le casse, piene, del Fondo Assistenza Mutuo Soccorso. Vedrai che i calciatori italiani, a partire dai dilettanti in difficoltà più di tutti, te ne saranno enormemente grati”.