Costo, capacità e continuità delle energia rinnovabili: queste le tre principali questioni da affrontare per agevolare una transizione che vada nella direzione dell’idrogeno, secondo Gaetano Iaquaniello, Chairman NextChem. “E’ chiaro che andiamo verso un’economia a idrogeno, ma quali sono i problemi da affrontare per implementare questa strategia? Il primo è il costo – spiega intervenendo alla conferenza internazionale ‘Potenzialità della filiera dell’idrogeno nel contesto della transizione energetica’ del World Energy Council Italia, oggi a Roma – oggi produrre idrogeno verde costa da 3 a 4 volte il costo di quello ‘grigio’, cioè l’idrogeno convenzionale”.
“Il secondo punto è la capacità – continua Iaquaniello – soprattutto quando si parla di applicazioni industriali dove le capacità sono molto importanti. Poi c’è un terzo aspetto: le energie rinnovabili devono fare un salto verso la continuità perché nei processi chimici c’è bisogno di continuità”.
Per Iaquaniello “è importante capire come agevolare la transizione facendo leva sulle tecnologie esistenti. Quando facciamo steam reforming, si produce molta CO2 (9-10 kg per kg di idrogeno) però, in questo momento possiamo anche mettere in sviluppo delle tecnologie, sempre sullo steam reforming, che ci permettono di ridurre queste emissioni. Basta pensare all’elettrificazione dello steam reforming, e quel 10 diventa 5. C’è anche un’altra strada che è quella di produrre idrogeno dai rifiuti”.
“Queste tecnologie possono lavorare in simbiosi anche con l’elettrolisi. Con l’elettrolisi produciamo idrogeno ed ossigeno e in alcuni processi l’ossigeno si potrebbe utilizzare – aggiunge – Secondo me, si possono pensare soluzioni ibride, iniziare a integrare in queste tecnologie l’elettrolisi e lanciare il discorso anche delle infrastrutture e delle applicazioni”.