Dopo il primo lockdown, 4 italiani su 10 hanno cambiato il loro stile alimentare e 6 italiani su 10 dichiarano di privilegiare abitualmente un regime nutrizionale ispirato alla dieta mediterranea perché più salutare, con cibi freschi, molta frutta e verdura, legumi e proteine prevalentemente vegetali.
E’ quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market / Swg) ‘Il cibo è un vaccino? A tavola con gli italiani nel 2020 pandemico’, realizzata in occasione del 16 novembre 2020, decennale della proclamazione della Dieta Mediterranea a patrimonio immateriale Unesco.
L’indagine Waste Watcher rileva ancora che il 27% degli intervistati si dichiara attento alle scelte di una alimentazione proteica per affrontare le difficoltà del 2020 fra la prima e la seconda ondata pandemica. Una percentuale superiore, il 33%, guarda anche ai ‘comfort food’ come dolci e cioccolata per smorzare l’ansia del periodo e ritrovare momenti di gratificazione.
Il 43,5% degli intervistati ha acquistato più verdure fresche, il 43,1% degli intervistati più frutta fresca e il 36,8% più legumi. Il 60,3% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato più farina e lievito e il 68% considera la dieta mediterranea determinante o utile per la prevenzione dello spreco alimentare.
Soprattutto, sei italiani su 10 dichiarano di aver cambiato il modo di fare la spesa, il 25% anche in ragione di un diminuito potere d’acquisto, per sostenere i costi; il 18% dichiara di essere più selettivo nella qualità del cibo acquistato. Un italiano su 10 riscopre i negozi al dettaglio e il 9% si dedica all’e-commerce anche per l’acquisto di prodotti alimentari.
Ancora: 1 italiano su 2 (il 47,2%) ha introdotto la lista della spesa e il 20% dichiara di averla sistematicamente adottata. Un italiano su 2 acquista più di prima prodotti a lunga conservazione e ingredienti per piatti da preparare in famiglia (dolci, focacce, ecc…).
La lunga permanenza fra le mura domestiche, nel 2020 del Covid-19, ha introdotto buone pratiche nella pianificazione dell’acquisto, gestione e fruizione del cibo, favorendo la prevenzione degli sprechi. Un italiano su 2 (51,6%) dichiara di sprecare senz’altro di meno adesso, malgrado sia aumentato l’acquisto dei generi alimentari nel 58% dei casi.
La maggiore disponibilità di tempo, favorita dallo smart working, permette agli italiani di dedicare più tempo alla cucina: lo dichiara il 58,6% degli intervistati.