Il mercato dei veicoli elettrici gode di ottima salute, e l’aumento degli investimenti nello scorso anno ha generato un boom senza precedenti delle vendite dei veicoli elettrici in Europa nei primi mesi del 2020. Complessivamente, nel 2019 l’industria e i governi dell’Unione hanno stanziato 60 miliardi di euro per la produzione di veicoli elettrici e batterie in Europa. Lo rileva il nuovo report “Can electric cars bit the Covid crunch?” lanciato oggi da Transport & Environment (T&E) che quantifica gli investimenti di industria automotive e governi su auto elettrica in Ue.
Si tratta – sottolinea il report – di una somma 19 volte più grande rispetto ai soli 3,2 miliardi di euro garantiti in Europa due anni fa, quando le case automobilistiche europee investivano in Cina. Un traguardo, continua il rapporto, che è stato reso possibile grazie alla spinta regolatoria degli obiettivi Ue relativi alle emissioni di CO2 delle auto nuove, entrati in vigore quest’anno (il target Ue dei 95gr/km) che ha di fatto obbligato l’industria ad investire nella mobilità elettrica in Europa.
Ad oggi l’industria e i governi si sono impegnati 3,5 volte in più nella produzione di veicoli elettrici e batterie in Europa rispetto a quelli in Cina mentre il Vecchio continente è sulla buona strada per riprendersi la leadership globale dell’industria automotive.
Ogni tipo di aiuto post-covid – secondo T&E- deve capitalizzare su questi investimenti. Il successo nel mercato dell’auto elettrica è oggi la politica industriale dell’Europa e i decisori politici devono fare la loro parte, condizionando i piani di salvataggio al sostegno di una ripresa verde che dia la priorità alla produzione di veicoli del futuro come richiesto dal Green Deal europeo.
Per questo “sono positive la norme del Dl Rilancio approvato dal Governo, ora in discussione in Parlamento – dichiara Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club – che prevedono l’incremento del Fondo per l’acquisto di autoveicoli elettrici ed ibridi con 300 milioni aggiuntivi nel 2020/2021 e lo stanziamento di 20 milioni per la creazione di un polo di eccellenza per la ricerca e l’innovazione nel settore automotive a Torino, che vanno nella giusta direzione. Negativo invece il comma 7 dell’articolo 200 che prevede la possibilità per il Piano di rinnovo degli autobus di acquistare veicoli diesel, decisamente in contrasto con il Piano di contrasto ai mutamenti climatici e la decarbonizzazione”.
Infine, sottolinea T&E, per consentire all’Europa di guidare la mobilità elettrica globale, i legislatori dell’Ue dovrebbero rivedere al rialzo gli obiettivi di riduzione della CO2 per le auto al 2030. Secondo l’associazione, l’Ue dovrebbe inoltre garantire che a partire dal 2035 possano essere venduti in Europa solamente i modelli a emissioni zero.