Sostenibilità: è boom di ‘non carne’, Beyond Meat conquista la Cina

Gli alimenti proteici a base vegetale, un vero e proprio business che, a quanto pare, sta vivendo il suo momento di gloria. Da tempo sdoganati, sono usciti dai negozi specializzati e un po’ di nicchia e fanno ormai mostra di sé sugli scaffali di tutti i supermercati, spinti da una parte dalla crescente attenzione ad alimentazione e stili di vita sani, dall’altra dalla crisi di alcuni giganti della trasformazione della carne che negli Stati Uniti fanno temere per una possibile carenza dell’alimento tradizionale. Risultato: il boom di Beyond Meat spinto anche dallo ‘sbarco’ in Cina. 

Tradotto: le azioni di Beyond Meat, uno dei principali produttori di alimenti a base vegetale, la ‘non carne’, hanno registrato – secondo quanto riporta la Cnn – la migliore performance settimanale del titolo dall’offerta pubblica iniziale della società lo scorso maggio.  

Così, mentre l’emergenza coronavirus mette in difficoltà importanti impianti di lavorazione delle carni (come Tyson Foods, colosso Usa del settore che impiega 100mila persone e, causa Covid-19, ha chiuso gli stabilimenti in Indiana e Iowa), gli investitori scommettono sulla proteine vegetali che sotto forma di hamburger e salsicce vengono prodotte da aziende come Beyond Meat e il suo principale rivale, Impossible Foods. 

Tanto che la scorsa settimana Starbucks ha annunciato l’intenzione di inserire i prodotti di Beyond Meat nel suo menu in Cina: una “pietra miliare importante” che aiuterà l’azienda a far progredire “il nostro obiettivo di aumentare l’accessibilità alle proteine vegetali a livello globale”, ha commentato il Ceo di Beyond Meat Ethan Brown. Dovrà vedersela con il suo concorrente, Impossible, che vende Impossible Whopper a Burger King, ma anche con giganti alimentari tradizionali come Nestlé, Kellogg e ConAgra: tutti hanno lanciato la sfida a colpi di prodotti proteici a base vegetale.