Worldrise Onlus lancia la campagna Italiana 30X30 (www.30×30.it), un percorso nazionale di respiro internazionale, il cui obiettivo è proteggere il 30% dei mari italiani entro il 2030. E invita associazioni, aziende, istituzioni pubbliche, ricercatori, cittadini e studenti a unirsi all’onda del cambiamento e a contribuire attivamente alla realizzazione degli obiettivi della campagna. Le aziende scendono in campo: la campagna vanta già il supporto di Axa Italia, Gucci e North Sails, la collaborazione con diverse associazioni che operano per la salvaguardia dell’ambiente marino e il patrocinio della Commissione Mondiale per le Aree Protette dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.  

La campagna nasce per diffondere l’importanza e i benefici della protezione degli ecosistemi marini del Mediterraneo, coinvolgendo diversi settori della società, uniti dalla visione comune di un mare italiano produttivo e resiliente, in cui la tutela della biodiversità diventi volano di sviluppo economico e sociale. “Il nostro è sicuramente un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario – spiega Mariasole Bianco, presidente di Worldrise – e potremo raggiungerlo solo lavorando insieme. Per questo abbiamo deciso di creare un’alleanza di partner che condividano con noi questo importante percorso verso la creazione di un futuro migliore per il nostro mare”. 

“Siamo orgogliosi di sostenere la campagna 30×30 Italia di Worldrise Onlus – afferma Antonella Centra, EVP General Counsel, Corporate Affairs and Sustainability di Gucci – La protezione e la conservazione del mondo naturale sono alla base della nostra strategia climatica e, seguendo l’obiettivo suggerito dalla scienza di proteggere il 30% dei nostri oceani entro il 2030 per garantire agli ecosistemi marini di rigenerarsi, tutti noi dobbiamo attivarci, come aziende, cittadini, a livello nazionale e globale. La nuova campagna 30×30 può inoltre essere da esempio per altri Paesi, che possono replicare l’iniziativa e diventare custodi delle proprie coste e degli ecosistemi che li popolano”. 

Il supporto alla campagna 30×30, dichiara Marisa Selfa, Ceo di North Sails Apparel, “testimonia l’impegno di North Sails per la conservazione dei mari. Il brand, con le sue autentiche radici nautiche, è pienamente consapevole e attivamente impegnato nella protezione dei mari, indispensabile sorgente di vita per le generazioni future. Siamo onorati dii condividere questo progetto e di fare parte di un team così talentuoso”. 

Il mare ci dona il 50% dell’ossigeno, assorbe circa il 25% dell’anidride carbonica in eccesso, regola il clima ed è fonte di sostentamento per più di 4,3 miliardi di persone. Nonostante ciò, ad oggi lo conosciamo ancora poco: abbiamo mappe dettagliate solo del 20% dei fondali oceanici e abbiamo protetto solo il 7,56% dell’Oceano (dati aggiornati da Protected Planet al 29 ottobre 2020): inquinamento, cambiamenti climatici, pesca eccessiva e illegale, perdita di biodiversità stanno seriamente compromettendo la salute del mare e il nostro futuro. 

La buona notizia è che possiamo ancora invertire la rotta attraverso l’istituzione di aree in cui gli ecosistemi marini possono rigenerarsi, producendo benefici ambientali, sociali ed economici: le Aree Marine Protette (Amp). 

La campagna ha un valore nazionale ma si inserisce in un contesto internazionale molto più ampio che fa riferimento a una resolution approvata durante il Congresso Mondiale della conservazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) del 2016 che identifica come necessaria la protezione di almeno 30% dell’Oceano entro il 2030 per garantirne la funzionalità e produttività, ai nuovi target Post-2020 del Global Biodiversity Framework e all’impegno adottato dalla Unione Europea all’interno della “EU biodiversity strategy for 2030 – Bringing nature back into our lives” e recentemente approvato dal Consiglio Europeo. 

Con quasi 8000 km di coste, l’Italia ha un’occasione unica non solo per raggiungere questo obiettivo, ma anche per porsi come leader in Europa della campagna 30×30, diventando punto di riferimento per il perseguimento del target da parte degli altri stati europei alla prossima conferenza delle parti della Convenzione sulla Diversità Biologica e rendendolo quindi legalmente vincolante.