Dallo sviluppo del biologico all’utilizzo delle rinnovabili, dalla lotta agli sprechi energetici ed idrici alla tutela degli habitat e degli insetti impollinatori, dalla riduzione del consumo di plastica alla lotta al caporalato. Legambiente presenta il ‘Decalogo dell’agroecologia per il Piano di rilancio e resilienza del made in Italy di qualità’.
Ecco il Decalogo:
1. Puntare con decisione allo sviluppo del comparto biologico a partire dall’approvazione della proposta di legge ancora ferma al Senato;
2. Alzare l’asticella dell’agricoltura integrata attraverso innovazione e ricerca secondo il modello agroecologico, riducendo fortemente input negativi;
3. Incrementare la sostanza organica ed aumentare la fertilità dei suoli, contribuendo allo stoccaggio di carbonio attraverso buone pratiche agricole e rotazione di colture;
4. Proteggere habitat naturali e tutelare insetti impollinatori indispensabili per biodiversità agricola e naturale;
5. Ridurre carichi zootecnici e allevamenti intensivi responsabili di due terzi emissioni settore, favorendo modello sostenibile di allevamento, migliorando benessere animale e riducendo importazione mangimi e foraggi causa di deforestazione;
6. Ridurre fortemente i consumi idrici ed energetici del comparto e abbattere l’utilizzo di molecole di sintesi dal campo alla tavola, unendo pratiche tradizionali a sperimentazione agronomica e innovazione digitale, per rendere sostenibile l’intera filiera agroalimentare;
7. Incentivare l’utilizzo delle rinnovabili in agricoltura in ottica di multifunzionalità: dal solare termico al biogas al biometano, passando dalla promozione dell’agrivoltaico, che unisce produzione energetica del fotovoltaico con la coltivazione agricola, e dalla riconversione del parco macchine agricolo per renderlo più efficiente e meno inquinante;
8. Porre un freno al consumo di plastica in agricoltura, favorendo il riciclo di imballaggi, l’utilizzo di bio-materiali e l’eco-packaging;
9. Promuovere l’agricoltura come collante sociale, presidio territoriale e antidoto al dissesto idrogeologico nelle aree interne, marginali, collinari e montane particolarmente colpite dal fenomeno dell’abbandono;
10. Rispettare e difendere i diritti dei lavoratori del comparto agricolo, contrastando le agromafie e il fenomeno del caporalato.