Pesca sostenibile certificata: cresce la sensibilità, anche nei Paesi del Sud del mondo, ed è in continuo aumento il numero di aziende di produzione e lavorazione di prodotti ittici che scelgono di offrire a consumatori sempre più attenti prodotti sostenibili per il mare e tracciabili da chi li acquista. Ma se dei passi in avanti sono stati fatti, in un settore che vede gli stock ittici decisamente sovrasfruttati (secondo i dati dell’ultimo Sofia Report della Fao, il 34,2% degli stock è pescato a livelli biologicamente non sostenibili) serve mettere in campo un maggiore impegno per tutelare i nostri oceani. E’ quanto emerge dall’Annual Report di di Msc (Marine Stewardship Council), organizzazione non profit internazionale che promuove la salute degli oceani attraverso i suoi standard di sostenibilità ittica. 

Secondo il report, oltre il 17% delle catture di pescato mondiale proviene da attività di pesca di piccole e grandi dimensioni coinvolte nel programma di certificazione di Msc; rispetto all’anno precedente, le attività di pesca certificate salgono di 48 unità, arrivando a 409, di queste 22 risultano sospese a causa di mutate condizioni esterne o dal mancato raggiungimento delle condizioni di miglioramento previste dal programma di certificazione. 

La presenza di Msc aumenta anche nei Paesi del sud del mondo, dove la percentuale di catture impegnate nel programma Msc è aumentata di quasi il 25% rispetto all’anno precedente. Invece, la percentuale delle catture certificate Msc ha raggiunto il 13%. 

Continua anche a salire il numero di aziende coinvolte nella produzione, lavorazione e nell’approvvigionamento di prodotti ittici certificati Msc: sono 45.160 aziende certificate per la catena di custodia che assicura l’identificazione, la segregazione e la tracciabilità del prodotto certificato. Aziende che rispondono a consumatori sempre più attenti alla sostenibilità e che, a seguito di un virtuoso meccanismo di domanda-offerta, hanno oggi a disposizione il doppio di prodotti a marchio blu Msc (18.735) rispetto a cinque anni fa. 

Il 16% delle attività di pesca certificate sono di piccola scala, anche se molte altre includono un mix di operazioni di piccola e grande scala. Si tratta di 62 attività di pesca presenti in 22 Paesi, dal Canada alla Russia, dagli Stati Uniti alla Svezia e che supportano la sussistenza di più 80.000 persone. 

Ed è per lo più ad attività di pesca di piccola scala che si rivolgono i cinque progetti Pathway to sustainability (Rotta verso la sostenibilità) promossi da Msc grazie ai finanziamenti di donatori istituzionali, che hanno l’obiettivo di supportare i pescatori verso l’adozione di pratiche più sostenibili. 

Pathway to sustainability è presente anche in Italia con il progetto Blufish finanziato da Mava che ha l’obiettivo di accompagnare le attività di pesca del Sud Italia e delle isole in un percorso partecipativo verso la sostenibilità, fornendo supporto e strumenti per migliorare le pratiche di pesca e riportare in salute gli stock ittici. Il progetto ha mappato 2.600 attività di pesca italiane, tra le quali sono state individuate 50 attività di pesca che sono state sottoposte ad una analisi più approfondita comprensiva dello stato di salute dello stock e sul sistema di gestione in atto.  

Di queste, sei attività di pesca si trovano a un punto cruciale: sviluppare dei piani di miglioramento che possono risultare determinanti per avvicinarsi alla sostenibilità e nel determinare il futuro di alcune delle preziose risorse ittiche del nostro mare. 

“La pandemia globale che continua ad infliggere enormi sofferenze umane e gravi danni economici deve rappresentare un’opportunità per spostare le nostre economie su una base più sostenibile e più equa”, afferma Rupert Howes, amministratore delegato di Msc. 

Garantire oceani pieni di vita, aggiunge Francesca Oppia, direttrice del programma Msc in Italia, “è essenziale per assicurare la sicurezza alimentare delle generazioni future. Per più di 20 anni Msc ha messo in contatto pescatori, aziende e consumatori che hanno a cuore il futuro dei nostri oceani. Non possiamo permetterci di fare passi indietro: dobbiamo aumentare i nostri sforzi per coinvolgere più attività di pesca, rendere più responsabili nuovi mercati e promuovere ulteriori miglioramenti anche attraverso i partner che hanno intrapreso insieme a noi la strada della sostenibilità”.