Il contatto con la natura compensa, nei bambini e nei ragazzi, molti dei disturbi legati al confinamento in spazi urbani, e soprattutto in luoghi chiusi, e influisce sullo sviluppo cerebrale ed emotivo in maniera positiva, aumentando anche il Q.I. Raccogliendo le evidenze scientifiche e pedagogiche più recenti il Wwf ha stilato i 10 fattori che vengono migliorati o sviluppati dal contatto con la natura: nel loro complesso hanno un effetto positivo che va ben di là della semplice ‘boccata d’aria’.
Secondo lo scrittore e pedagogista Richard Louv, la natura “attiva più sensi: vedere, sentire, annusare e toccare gli ambienti esterni. Mentre i giovani trascorrono sempre meno la loro vita in un ambiente naturale, i loro sensi si restringono e questo riduce la ricchezza dell’esperienza umana”. Secondo l’Attention Restoration Theory, gli ambienti urbani, al contrario, richiedono quella che viene chiamata attenzione diretta, che ci costringe a ignorare le distrazioni ed esaurisce il nostro cervello. Negli ambienti naturali, pratichiamo un tipo di attenzione senza sforzo noto come ‘fascino morbido’ che crea sensazioni di piacere, non di fatica.
Il mondo naturale è complesso, molto di più di qualsiasi ambiente costruito dall’uomo, ed evolve nel tempo: giorno dopo giorno, di stagione in stagione, negli anni. Non è fornito di un manuale di istruzioni per l’uso e porta a confrontarsi con l’imprevedibile. L’ incisività delle esperienze dirette non riguardano mai solo la sfera cognitiva, ma coinvolgono tutto l’individuo nella sua fisicità e affettività.
I benefici del contatto con la natura riassunti dal Wwf in “10 cose che non sai” partono dal benessere, l’autodisciplina, la riduzione dei disturbi depressivi e dei comportamenti problematici per i bambini che frequentano aree verdi. Effetto natura anche nella prevenzione, poiché svolgere attività fisica all’aperto sviluppa in maniera armoniosa l’apparato muscolo-scheletrico, previene malattie cardiorespiratorie, metaboliche, tumorali. Giocare in spazi aperti è anche un formidabile anti-stress e ansiolitico, rispetto agli effetti del giocare in spazi chiusi.
Crescere nella natura stimola anche la socialità, favorendo l’interazione tra pari, l’autonomia, contenendo lo stress e migliorando l’autostima. L’intelligenza è un altro dei fattori più influenzati dalla vita in un ambiente ricco di verde: secondo uno studio effettuato su un campione di bambini in Belgio e pubblicato nell’agosto di quest’anno su Plos Medicine il rafforzamento del Quoziente Intellettivo è uno degli effetti positivi del crescere in spazi urbani ricchi di verde, oltre all’abbassamento dei livelli di comportamenti problematici.
Su 620 bambini di età compresa tra i 10 e 15 anni, un aumento del 3% del verde del loro quartiere ha incrementato in media 2,6 punti il loro punteggio nel QI. Questo fatto è stato osservato sia nelle aree agiate che in quelle più disagiate. Esistevano già delle prove significative sull’effetto ‘spazi verdi’ nello sviluppo cognitivo, ma questa è la prima ricerca che esamina nello specifico il Quoziente di Intelligenza.
La causa è ancora incerta ma potrebbe essere legata a livelli di stress inferiori a cui sono sottoposti i bambini che giocano in aree verdi, alla maggiore attività ludica e contatto sociale o semplicemente al fatto di vivere in un ambiente più tranquillo.
Altre ricerche dimostrano che anche nella gestione di particolari disturbi in aumento tra i minori, ovvero la difficoltà di concentrazione e di attenzione, tra cui l’Adhd (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) si nota un miglioramento dispensando ai ragazzi ‘dosi’ di natura, uno strumento tra l’altro sicuro e poco costoso. Infatti, nei bambini che vivono in prossimità di aree verdi il volume della corteccia prefrontale e premotoria è maggiore: si tratta , infatti, delle regioni cerebrali implicate nella memoria di lavoro e nei meccanismi di mantenimento dell’attenzione.
Altri aspetti importanti nella crescita e sviluppo dei bambini sono l’empatia e la creatività: ripristinare il contatto con la natura soddisfa un bisogno innato per cui si prova fascinazione ed empatia rispetto ad altre forme di vita. La socio-biologia ha anche dimostrato che i bambini che giocano a contatto con la natura sono più creativi e collaborativi. Infine, ‘effetto natura’ anche sul senso della comunità, presupposto per costruire un futuro cittadino spinto a difendere il bene comune: vivere e giocare nel verde rafforza il senso di appartenenza a una comunità sana.
Non soltanto le ricerche testimoniano i benefici: sono i bambini stessi a riferire l’effetto positivo che ha la natura su di loro. In un report pubblicato dal Wildlifetrusts sulla relazione “Bambini e Natura”, dopo aver trascorso il loro tempo in ambiente naturale il 90% dei bambini ha riferito di aver imparato qualcosa di nuovo sul mondo naturale, l’84% ritiene di essere capace di cose nuove quando ci prova, il 79% ritiene che l’esperienza possa aiutare il proprio lavoro scolastico, il 79% si è sentito più sicuro di sé. Miglioramento nel rapporto con gli insegnanti e con i compagni di classe sono altri fattori ripotati dai bambini.