Clima: ghiacciai a rischio estinzione, dal 1850 +2°C su quelli alpini

I ghiacciai sono sempre più fragili e a rischio. Minacciati dell’emergenza climatica si riducono di anno in anno fino a rischiare di scomparire. In pericolo anche l’ambiente glaciale alpino dove, secondo gli ultimi dati scientifici disponibili, l’aumento delle temperature medie dal 1850 ad oggi è stato circa di 2°C, circa il doppio rispetto alla media globale.  

La campagna glaciologica 2019, coordinata dal Comitato Glaciologico Italiano, ha dimostrato nel settore alpino occidentale (Piemontese-Valdostano) che l’arretramento delle fronti glaciali è generalizzato, con un valore medio di 10 metri rispetto all’anno precedente.  

Impressionano due dati: il primo è il regresso di ben 335 metri in un anno della fronte del Ghiacciaio del Gran Paradiso: qui il ghiaccio si è assottigliato al punto di far emergere il substrato, isolando a monte la fronte attiva; il secondo dato è l’instabilità della fronte sospesa del ghiacciaio di Planpinceaux, che reagisce rapidamente alle variazioni termiche, accelerando, fratturandosi e convogliando acque di fusione alla propria base, facendo così temere crolli sul fondovalle.  

Anche nel settore centrale il monitoraggio glaciale nel 2019 ha segnalato l’incessante contrazione delle fronti glaciali, seppure con valori inferiori rispetto agli anni precedenti, in cui però si registrarono sostanziali cambiamenti nell’aspetto dei ghiacciai come la frammentazione in tre distinti apparati del Ghiacciaio dei Forni.  

Nel settore orientale molti ghiacciai sono vicini alle condizioni limite per la loro sopravvivenza: l’esiguo spessore e l’appiattimento della fronte sono indizi dell’approssimarsi della loro frammentazione, come nel caso del ghiacciaio di Fradusta, ricco di placche di ghiaccio morto.  

Per quanto riguarda il tasso di riduzione dei ghiacciai italiani, questo è evidente anche dai bilanci di massa: la riduzione di spessore medio è pari a un metro di ghiaccio, un valore generalmente superiore al tasso degli ultimi decenni, sia per i ghiacciai alpini monitorati, sia per il Calderone, unico ghiacciaio appenninico. 

Per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai alpini e sensibilizzare le persone sugli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’ambiente glaciale alpino, Legambiente lancia la prima edizione di Carovana dei ghiacciai, campagna realizzata con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano. 

Sei le tappe al centro di questa campagna pensata nell’ambito di ChangeClimateChange che attraverserà le Alpi e che avrà per protagonisti dieci ghiacciai: quello del Miage in Valle d’Aosta (17-18 agosto), quattro ghiacciai del Monte Rosa in Piemonte (dal 19 al 22 agosto), i ghiacciai Forni e Sforzellina in Lombardia (dal 23 al 26 agosto), il ghiacciaio della Marmolada in Veneto- Trentino Alto Adige (da 27 al 29 agosto), quello di Fradusta in Trentino Alto Adige (dal 30 agosto al 1 settembre), e il ghiacciaio del Montasio occidentale in Friuli Venezia Giulia (dal 2 al 4 settembre).  

Nel corso di ogni tappa, Legambiente insieme al Comitato Glaciologico Italiano realizzerà dei monitoraggi scientifici ad alta quota per osservare le variazioni storiche dei ghiacciai e per monitorare le trasformazioni glaciali, seguendo il modello delle Campagne glaciologiche che il Cgi realizza annualmente dal 1895. Inoltre, di tappa in tappa verranno organizzati incontri, mostre, escursioni per conoscere il territorio montano e sarà previsto uno speciale momento di raduno, il ‘saluto al ghiacciaio’. Tutti gli appuntamenti in programma saranno a numero chiuso, si potrà partecipare iscrivendosi per tempo consultando le tappe su https://www.legambiente.it/carovana-dei-ghiacciai/. 

“Con la campagna Carovana dei ghiacciai e con i dati che raccoglieremo nel corso dei monitoraggi, avvalendoci della preziosa collaborazione del Comitato Glaciologico Italiano, accenderemo i riflettori sugli effetti che l’emergenza climatica sta già avendo anche sul nostro Paese e ribadiremo l’urgenza di mettere in campo misure e politiche ambiziose sul clima per arrivare a missioni nette pari a zero al 2040, in coerenza con l’Accordo di Parigi. Perché purtroppo di tutto questo ancora non c’è traccia nella discussione politica attuale del nostro Paese”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. 

“Grazie all’accordo con Legambiente – aggiunge Marco Giardino, segretario generale del Comitato Glaciologico Italiano – le attività che verranno messe in campo nell’ambito di Carovana dei ghiacciai saranno fortemente indirizzate a raggiungere un obiettivo socialmente utile: la diffusione della consapevolezza che la trasformazione degli ambienti glaciali, seppur rapida e apparentemente inarrestabile, può essere affrontata meglio con una conoscenza approfondita. Il monitoraggio glaciologico è quindi condizione indispensabile per rendere efficaci gli interventi di mitigazione dei pericoli e di gestione sostenibile delle risorse e di fruizione duratura dei servizi ecosistemici propri degli ambienti glaciali”.  

La prima tappa di Carovana dei ghiacciai sarà in Valle d’Aosta dal 17 al 18 agosto sul ghiacciaio del Miage. In ciascuna tappa si svolgeranno specifiche attività di monitoraggio glaciale, tra le quali: misure speditive sui segnali frontali e paline su ghiacciai, aggiornamenti delle riprese multitemporali da stazioni fotografiche, rilievi topografici di dettaglio, monitoraggi tecnologici tramite drone e laser scanner, raccolta di campioni microbiologici e di microplastiche, osservazioni geomorfologiche e biologiche nelle aree proglaciali. Partner principale della Carovana dei ghiacciai è Sammontana e partner sostenitore FRoSTA.