Task force anti bufale, Martella: “Per informare non per censurare”

“La circolazione di informazioni non veritiere può produrre un danno alla tenuta del Paese e alla salute dei cittadini. Così abbiamo pensato che fosse giusto istituire un gruppo di monitoraggio sulla possibile disinformazione in materia di Covid soprattutto sul web, per aiutare i cittadini ad avere informazioni corrette, non per censurare. Un lavoro che ha dato già i primi esiti”. Così Andrea Martella, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Editoria), sulla task force anti-bufale in materia di Coronavirus, intervenendo al panel che chiude il FestivalFuturo Altroconsumo di quest’anno, “Imparare a distinguere il vero dal falso”. 

“L’infodemia – continua Martella – non è un’invenzione dei governi ma è una patologia del sistema informativo e noi dobbiamo lavorare affinché ci sia un’informazione affidabile, autorevole e trasparente evitando contemporaneamente i fenomeni di disinformazione. L’unità di monitoraggio serve proprio per creare di cercare un unico hub per tutte le informazioni certificate, per fare campagne istituzionali e di sensibilizzazione e confezionare messaggi istituzionali fondati su evidenze scientifiche. Poi – aggiunge – c’è il lavoro culturale di autodisciplina, che è quello di non far circolare notizia se non sono certe, di pensarci un attimo prima di diffondere notizie che rischiano di non essere veritiere”. 

“Ci sono molti cittadini che sono diventati utenti del web in questi ultimi mesi – ha proseguito il sottosegretario Martella – ma le competenze digitali non sono ancora state sviluppate al meglio né diffuse largamente nella popolazione e questo pone il rischio di imbattersi in fake news e farle circolare e aumenta la diseguaglianza tra cittadini. Credo che uno degli obiettivi che ci si deve dare è di pensare a un programma per aumentare l’alfabetizzazione digitale dei cittadini, anche grazie alla tv e penso che la Rai dovrebbe sviluppare la sua funzione pubblica anche sviluppando questa funzione. Credo sia una priorità”.  

“Nell’ambito del Recovery Fund abbiamo attivato dei progetti che possono servire per sostenere l’informazione, la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese editoriali, per sostenere l’aggiornamento professionale e il turnover generazionale, ma anche per sostenere la domanda con degli incentivi per abbonamenti digitali” – ha concluso.