“L’Italia può fare il massimo ma tutto il mondo deve andare nella stessa direzione. Questo libro nasce per questo: bisogna tirare fuori la coscienza biosferica, usando il termine di Rifkin, da cittadini, imprenditori, politici per far capire a tutti cos’è la transizione ecologica. E perché bisogna andare in quella direzione. E’ quello che ho cercato di fare nella prima parte del mio libro. Nella seconda, affronto il tema di come diventare green manager ed è dedicata alla contabilità ambientale”. Così la senatrice Patty L’Abbate, presentando oggi il suo libro “Una nuova economia ecologica oltre il Covid-19 e il cambiamento climatico” (Edizioni Ambiente) nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama.
Il libro propone un nuovo modo di pensare l’economia e gli strumenti per gestirla in modo da raggiungere un futuro sostenibile ed equo. Una nuova economia ecologica che sappia affrontare non soltanto la transizione per andare oltre il Covid-19 ma anche la sfida del cambiamento climatico e quella delle diseguaglianze.
Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, presente nell’occasione, “mai come ora l’economia circolare è uno degli elementi della nuova visione, perché il vecchio paradigma economico non funziona più”, dice ricordando che la senatrice L’Abbate è stata anche la relatrice del Dl Clima. Una nuova visione che deve essere anche la base del recovery plan che, appunto, “deve disegnare una visione fatta per obiettivi. Quando si compilano le famose schede non devono essere compilate come si facesse un compitino, la visione deve essere misurabile ed è così che diventa un obiettivo”, un obiettivo raggiungibile “se ben pensato”, proprio come propone L’Abbate nel suo libro.
Il testo infatti offre una introduzione ai metodi più avanzati di gestione delle risorse e di contabilità ambientale. Propone i criteri per il calcolo degli indicatori di sostenibilità, tra cui l’analisi input-output e il Life Cycle Thinking, e gli strumenti per l’analisi del ciclo di vita dei prodotti. Si tratta dell’attrezzatura tecnica di cui i nuovi manager dovranno dotarsi per affrontare realmente il green new deal, la transizione energetica, l’innovazione delle filiere produttive e il disaccoppiamento tra sviluppo economico e crescita degli impatti sulla natura.