Rinnovabili: L’Abbate (5S), ‘sistemi accumulo soluzione per decarbonizzare rete’

I sistemi di accumulo “sono la giusta soluzione per decarbonizzare la rete elettrica e aggiornarla con le nuove tecnologie che prevedono l’uso di fonti rinnovabili. Politicamente si è compreso il loro importante ruolo: consentono di immagazzinare l’elettricità, di stabilizzare la rete, sono l’anello mancante delle fonti rinnovabili che come sappiamo sono intermittenti. Sono a mio avviso, il quarto pilastro della transizione energetica”. Così all’AdnKronos la senatrice Patty L’Abbate (M5S), membro della commissione Ambiente. 

Un pilastro, dunque, che però ha bisogno di sostegno, soprattutto in questa emergenza che rischia di rallentarne lo sviluppo. Secondo l’Associazione europea per lo stoccaggio dell’energia (Ease), nel 2019 è stato accumulato e distribuito 1 GWh di energia, mentre nell’anno precedente il valore si aggirava intorno a 1,4 GWh. “Il rallentamento nel 2019 – spiega L’Abbate – è emerso a causa della preoccupazione che il coronavirus possa bloccare l’implementazione delle tecnologie energetiche pulite, e i progetti di accumulo di energia su larga scala hanno rallentato la corsa, ed è proprio questo il punto critico”.  

“Questi impianti necessitano di un sostegno finanziario e normativo a differenza delle installazioni domestiche, i grandi sistemi di accumulo richiedono autorizzazioni, gare d’appalto, ecc”, sottolinea L’Abbate che giovedì 23 interverrà al workshop “The green new deal and the national energy and climate plans in Italy” con un focus dedicato proprio all’importanza dei sistemi di accumulo per le energie rinnovabili, le ‘batterie’ sostenibili capaci di immagazzinare energia green.  

“L’alleanza europea per le batterie ha costituito una piattaforma d’Investimento Aziendale con l’obiettivo di rafforzare la crescita della catena del valore europea nel settore dell’accumulo di energia. La rete comprende la Commissione europea, gli Stati membri dell’Ue, la Banca europea per gli investimenti e oltre 250 stakeholder. Mentre il mercato legato al residenziale, con sistemi di accumulo di taglia domestica regge molto bene l’urto”, spiega L’Abbate. 

I sistemi di accumulo “possono creare un mercato di grande potenzialità, utili per la lotta al cambiamento climatico, per la decarbonizzazione delle centrali elettriche a combustibili fossili, sono anche di supporto all’aumento dell’autoconsumo e alla diminuzione dei costi in bolletta. C’è ancora molta strada da fare prima che progetti di stoccaggio e scarico su larga scala come le batterie diventino economici e competitivi sul mercato”. 

Ma per la senatrice, “ogni crisi è un’opportunità, ti fa capire dove sono le criticità e devi quindi cambiare il modello economico per poter avere un futuro. Si parte sicuramente dalla creazione di equità, e dall’eliminazione di sprechi di materia ed energia, la parola chiave è sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Nel mercato energetico ad esempio, i costi dell’energia elettrica devono essere accessibili a tutti, e questo è uno degli obbiettivi del Green Deal”.  

In Italia grazie ad una serie di bandi, spiega Patty L’Abbate, si promuove la diffusione dei sistemi di accumulo che consentono di incrementare l’autoconsumo. “Da un’analisi dell’impatto questi hanno consentito di evitare ogni anno l’immissione in rete di circa 500 MWh negli orari in cui la produzione degli impianti fotovoltaici è troppo abbondante, che verranno auto-consumati negli orari non di punta. Ha fatto conseguire una riduzione di emissioni tra 0,18 e 0,51 tonnellate di CO2 all’anno. Ha permesso un risparmio in bolletta elettrica di circa 112.000 euro all’anno”.  

Ora è online il nuovo avviso pubblico per le “Reti Intelligenti” : oltre 23 milioni di euro per la realizzazione di smart grid in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, sarà possibile presentare le domande fino al primo giugno 2020. Sono stati rinnovati anche i bandi per altre regioni tra cui Lombardia e Veneto. 

In Italia il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima prevede per il 2020-2022 una dotazione annua di 30 milioni euro di contributi a fondo perduto, cumulabili con le detrazioni fiscali, per l’acquisto e l’installazione pari al 30% del costo dello storage sino al raggiungimento di un massimale. Attualmente a livello nazionale degli impianti fotovoltaici residenziali installati soltanto il 2,6 % sono dotati di un sistema di accumulo.  

Il Pniec prevede il raggiungimento al 2030 di 6.000 MW di accumulo, di cui 1.000 entro il 2023. Dall’ultimo report di Anie si evince che a fine settembre 2019 i sistemi di accumulo installati in Italia, sono stati circa 22.700, in crescita del 26% rispetto ai 18.036 di fine marzo 2019.