Aziende italiane fuori strada per l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi: l’analisi degli obiettivi di emissione di quasi 200 aziende proietta l’economia italiana su una traiettoria di temperatura di 2,8°C. E’ quanto emerge da uno studio su 194 aziende italiane secondo il quale solo il 20% ha obiettivi dettagliati di riduzione delle emissioni a medio termine.
Pubblicato oggi dall’organizzazione non-profit Cdp nell’ambito di un progetto finanziato dal ministero italiano della Transizione ecologica, il rapporto utilizza i dati riportati a Cdp nel 2020 e il Cdp temperature rating, che analizza gli obiettivi di emissione delle aziende e li traduce in un percorso di surriscaldamento. Il punteggio complessivo di temperatura per l’Italia è di 2,8°C.
Anche se le aziende italiane analizzate hanno ridotto le loro emissioni operative (Scope 1 + 2) del 22% negli ultimi cinque anni, continuare a questo ritmo significherebbe che il settore aziendale italiano si decarbonizzerebbe a un tasso molto più basso (3,3% all’anno) di quello necessario per soddisfare l’accordo di Parigi (4,2% all’anno).
Nonostante la trasparenza ambientale sia aumentata sostanzialmente in Italia nell’ultimo anno, da 29 aziende che riportavano i dati nel 2010 a 240 oggi, mancano obiettivi ambiziosi e azioni per allinearsi all’Accordo di Parigi. Nel campione di analisi (basato su dati 2020), solo 27 aziende in Italia si sono impegnate a fissare un obiettivo scientifico di riduzione delle emissioni, e solo 7 hanno approvato obiettivi. Ma la maggior parte delle aziende (80%) non comunica gli obiettivi con informazioni sufficienti per essere misurata accuratamente rispetto alle traiettorie della temperatura.
“Il settore aziendale italiano deve farsi avanti con obiettivi più ambiziosi per accelerare la riduzione delle emissioni – osserva Maxfield Weiss, direttore esecutivo Cdp Europe – La buona notizia è che alcune delle aziende a più alto impatto in Italia stanno dimostrando che una decarbonizzazione ambiziosa in linea con l’accordo di Parigi è possibile. Ora abbiamo bisogno di vedere questo livello di ambizione su tutta la linea. Dal momento che l’economia dell’Ue cerca di dare il via a una ripresa verde e attuare le azioni chiave per raggiungere almeno un taglio del 55% delle emissioni nel prossimo decennio, l’economia italiana è fondamentale. Non solo è una delle più grandi, ma l’Italia è il più grande beneficiario di fondi per la ripresa in Europa. Questo fornisce un’opportunità imperdibile per spingere il settore aziendale a migliorare le proprie ambizioni e allineare gli obiettivi e i piani di transizione con l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi”.