Salone Csr, l’Italia post covid riparte nel segno della sostenibilità

L’Italia post covid riparte con la sostenibilità. Ne sono convinte le aziende intervistate dall’Adnkronos in occasione de ‘Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale’, quest’anno trasmesso in streaming dall’Università Bocconi di Milano. Un’edizione, questa del 2020, da record con la partecipazione di 206 organizzazioni a testimoniare come il tema della sostenibilità sia prioritario per la ripresa economica e sociale del paese. 

“Per anni abbiamo parlato di attenzione all’ambiente senza renderci conto che quelli che erano più rischio eravamo proprio noi. Il covid ha dimostrato quanto l’attenzione all’ambiente sia fondamentale anche per una buona vita delle persone. Mi auguri dunque che la ripartenza avvenga proprio sotto il segno della sostenibilità” afferma Rossella Sobrero, gruppo promotore del Salone.  

Le aziende protagoniste dello sviluppo sostenibile.  

La sostenibilità, spiega Alfio Fontana, responsabile Csr Carrefour Italia, “oltre ad essere un’opportunità è diventata una necessità. Abbiamo capito che se non procediamo verso azioni di sviluppo sostenibile non si va da nessuna parte. Il Covid ci ha insegnato quanto dobbiamo essere concreti e quale sia il grado di urgenza per intervenire. Non bisogna inventarsi nulla; i 17 obiettivi individuati dalle Nazioni Unite sono già piani di azione concreti e a noi spetta solo capire quanto investire e in quanto tempo”. 

Il Covid, aggiunge Luciano Pirovano, global Sustainable development director Bolton Food, “ha confermato quanto sia urgente lavorare sulle tematiche ambientali e sociali. Il Covid ci ha fatto capire quanto siamo fragili, quanto siamo tutti interdipendenti e interconnessi, e quanto sia urgente affrontare le tematiche ambientali. Questo shock che tutti stiamo vivendo ci ha fatto capire quanto è importante lavorare sulla sostenibilità”.  

“Anche prima del covid la sostenibilità era un asset fondamentale per tutte le aziende; oggi abbiamo un dovere in più e abbiamo soprattutto il dovere di accelerare i tempi perché questa pandemia ci sta facendo capire che il tempo sta scarseggiando” afferma Antonella Zaghini, responsabile comunicazione istituzionale di Guna.  

Di certo, spiega Marco Amato, Corporate communication projects manager di Lavazza, “il covid ha accresciuto la consapevolezza della fragilità del nostro sistema economico e sociale; ha accresciuto la consapevolezza della responsabilità che ciascuno di noi deve mettere in scena per fare in modo che queste situazioni siano controllate e gestite; di conseguenza anche le aziende che sono le prime a coinvolgere comunità di persone ogni giorno nel lavoro e nel prodotto devono prendere consapevolezza e agire di conseguenza. A mio avviso è stata una grande occasione di riflessione che, con tutto il negativo che ha portato, porterà sicuramente delle prese di coscienza positive per il futuro”. 

Secondo Enrico Marchelli, amministratore delegato RB Hygiene Italia, “il percorso verso la sostenibilità è molto più accelerato rispetto al passato perché le aziende più avanzate hanno capito che si deve far convivere l’orientamento dell’azienda al risultato, al profitto, con una chiara focalizzazione sulla sostenibilità: non sono più due concetti scindibili. Le aziende di successo hanno capito che i risultati senza sostenibilità non sono possibili da perseguire e quante più saranno le aziende tanto più questo percorso sarà veloce e rapido”. 

Nell’Italia post covid, aggiunge Enrica Danese, Head of Sustainability projects and institutional digital channel di Tim, “abbiamo finalmente coniugato il tema dello sviluppo con il benessere del pianeta. La digitalizzazione, secondo noi di Tim, è uno strumento fondamentale per incentivare comportamenti sostenibili, più attenti a razionalizzare le scelte della vita quotidiana”. La pandemia “ci ha dato una prospettiva del futuro che forse avevamo dimenticato e ha innescato una consapevolezza fortissima sul fatto che il cambiamento è possibile e deve coinvolgere tutti”. 

La pandemia dunque ha dato una grande spinta verso il cambiamento ma bisogna strutturare bene il percorso verso uno sviluppo più sostenibile. Secondo Gianluca Randazzo, Head of Sustainability di Banca Mediolanum, “siamo sulla strada giusta soltanto se la sostenibilità rientra nei piani strategici e non è soltanto una soluzione di breve termine; siamo sulla strada giusta se se ne comprende il vantaggio e quindi si ha anche pazienza di comprendere e vedere i risultati nel medio e lungo termine”