Tecnologia è socialità e inclusione, al centro scuola e anziani

“L’emergenza coronavirus ha reso evidente il ruolo delle aziende sul fronte della responsabilità e dell’aiuto nelle collettività in cui operano”. E per chi si occupa di tecnologia e innovazione, in questo momento è un ruolo ancora più importante “perché digitale non è più solo innovazione ma diventa un grande strumento di socialità e di inclusione”. Lo racconta all’AdnKronos Anastasia Buda, Corporate Citizenship Manager di Samsung Electronics Italia.  

L’azienda da diversi anni lavora sul tema dell’inclusione attraverso il digitale, un impegno portato avanti in tutto il mondo per abilitare le persone, fornendo loro quelle competenze digitali che permettono di trarre dei vantaggi nella quotidianità. “E ora, questo impegno diventa ancora più rilevante”, sottolinea Buda. 

Lo dimostrano i progetti portati avanti in particolare su due fronti: scuola e persone anziane. Sul fronte scuola, l’obiettivo è rendere la sfida della didattica a distanza un po’ meno complessa. Il progetto Smart Learning, rivolto a studenti e insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, prevede lezioni su argomenti vari, dalle professioni del futuro alle fake news passando per le competenze digitali. “Ma non è solo il valore didattico, quanto quello sociale: sono esercizi che facciamo insieme anche per far comprendere come la didattica a distanza possa essere ingaggiante e coinvolgente”, spiega Anastasia Buda. 

Rendere la sfida della didattica a distanza meno complessa. Certo, la didattica a distanza prevede regole diverse da quella tradizionale e ci sono docenti molto preparati mentre per altri è un po’ più difficile. “Il nostro obiettivo è accompagnarli in questo percorso e far sentire loro questa sfida meno complessa. Un’attività che si porta dietro un grande valore sociale: alle lezioni nelle scuole primarie fatte subito dopo che Lodi è stata dichiarata zona rossa, i bambini non si vedevano da oltre un mese e mezzo ed è quindi diventato un momento di incontro e socialità”. Da qua alla fine dell’anno, dice la Corporate Citizenship Manager di Samsung Electronics Italia, “stimiamo di coinvolgere oltre 4mila studenti di tutta Italia”. 

Nell’ambito del progetto è stato poi sviluppato un kit, lo Smart Learning Kit, che è una sorta di prontuario “che ovviamente non esaurisce tutti i dubbi e le domande degli insegnanti ma dà indicazioni e suggerimenti su come tenere la didattica a distanza. Il kit è stato distribuito a oltre 60mila insegnanti su tutto il territorio italiano. I nostri ‘docenti’ sono volontari Samsung, dipendenti che fanno volontariato aziendale e mettono la loro conoscenza a disposizione, dopo aver ricevuto una formazione ad hoc”.  

E per il futuro, sempre per le scuole, “abbiamo pensato, dopo il 4 maggio e a seconda di quelle che saranno le decisioni del governo, di attivare delle summer school per mantenere un contatto con i bambini con attività didattiche e ricreative che permettano loro di distrarsi anche se è tutto in via di definizione”. 

Over 65 alle prese con la tecnologia. Aprire un indirizzo di posta elettronica, fare la spesa online o anche solo una semplice videochiamata ai nipoti. Non sempre è scontato che tutti sappiano farlo. “Per anni – racconta Anastasia Buda – con il progetto Save for Seniors che prevedeva corsi rivolti a over 65, abbiamo dato suggerimenti su come utilizzare la tecnologia e farlo in sicurezza: riconoscere una mail spam, creare un account Facebook, cercare una ricetta online… Cose semplici che in questo momento possono essere davvero rilevanti, soprattutto per tutti quegli anziani che si trovano in isolamento e che magari non sanno fare una videochiamata ai nipoti che non vedono da mesi. Una piccola abilità che ha un grande valore”.  

Un’attività sposata dal Comune di Milano attraverso il progetto MilanoAiuta: chiamando lo 020202 e digitando il numero 3, si possono richiedere informazioni su come utilizzare la tecnologia. A rispondere sono 130 dipendenti Samsung volontari che aiuteranno queste persone per tutta la durata dell’emergenza. 

La responsabilità sociale può avere un ruolo di primo piano nella comunità ma “ha anche un grande impatto sul dipendente e lo rende orgoglioso di lavorare per un’azienda attenta alla comunità e che gli permette di essere di aiuto nei confronti delle altre persone. E’ importante il ruolo di tutti e la diversità di azioni che le aziende possono fare. Quello che conta – conclude – è avere un management che ci crede e supporta questo tipo di attività con un occhio attento a quelle che sono le esigenze reali delle persone”.