Roelmi Hpc è tra le tre aziende che hanno ottenuto il Premio Responsible Care 2020 per il miglior progetto di sostenibilità. Federchimica ha assegnato il riconoscimento al progetto EMotion Light dell’azienda di Origgio che, all’interno di un modello di business sempre più in linea con i principi dell’economia circolare, ha dato vita a una linea di esteri cosmetici, ingredienti ampiamente impiegati nelle formulazioni grazie alle loro proprietà emollienti, solventi, leganti e sensoriali, con materie prime da fonti rinnovabili di origine locale caratterizzati dal massimo rispetto della biodiversità.
Questa procedura innovativa si traduce in un utilizzo al 100% di frazioni non edibili, e di conseguenza in nessuna competizione con l’industria alimentare, in un processo a basso impatto finalizzato al rispetto della biodiversità. Inoltre, la catena di fornitura si basa su coltivazioni che permettono lo sviluppo dell’agricoltura locale, la valorizzazione del territorio e la conseguente riqualifica di terre marginali.
L’ingrediente EMotion Light, risultato del progetto First2run, rappresenta quindi l’evoluzione delle ‘specie cosmetiche’ nella direzione della sostenibilità e dell’eco-responsabilità.
“EMotion Light è il punto di partenza per lo sviluppo di una nuova linea di ingredienti sensoriali realmente sostenibili per il futuro del mercato cosmetico. Ogni consumatore sarà in grado di prendersi cura di sé e del pianeta grazie a un ridotto impatto ambientale che conserva i benefici intrinsechi della natura. La direzione presa dagli utenti è già chiara e, nonostante al momento si tratti di una nicchia del mercato cosmetico, l’interesse è in rapida crescita”, commenta così Rosella Malanchin, amministratore delegato di Roelmi hpc.
Presentati sempre da Federchimica i dati emersi dal 26° Rapporto Responsible Care che confermano l’impegno dell’industria chimica italiana nella tutela di salute, sicurezza e ambiente, con importanti investimenti nello sviluppo sostenibile. Secondo il Rapporto, sotto il profilo ambientale, il settore è già in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea sui cambiamenti climatici al 2020 e al 2030. Rispetto al 1990, ha ridotto i gas serra del 54% e l’efficienza energetica è migliorata del 49% rispetto al 2000. Le emissioni in atmosfera e gli effluenti negli scarichi idrici si sono drasticamente ridotti del 97% e del 77%.
L’industria chimica è fortemente impegnata nel perseguimento dell’economia circolare: lo testimonia, ad esempio, la quantità di rifiuti generati a parità di produzione, diminuita del 7,7% rispetto al 2017; il riciclo è tra le prime modalità di smaltimento (26,8% in netto aumento) e solo per il 4,8% si ricorre alla discarica.
“Lo sviluppo sostenibile, di cui l’industria chimica si dimostra pioniera nei fatti, si confermerà uno dei principali motori di innovazione e cambiamento del post-Covid: basti pensare alle politiche dell’Unione europea sul Green Deal oppure al Recovery Fund, che pone tra i requisiti degli stanziamenti la lotta ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, la transizione verso forme di energia più pulite”, conclude Paolo Lamberti, presidente di Federchimica.