CCUS, ovvero Carbon Capture, Utilisation and Storage, un processo imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico, così come recentemente riconfermato dall’Associazione Internazionale dell’Energia e dalla Comunità Europea, in cui la CO2 non soltanto viene “stoccata” permanentemente nel sottosuolo ma che diventa anche ‘materia prima’ per essere utilizzata in nuovi processi produttivi. Un sistema in grado di decarbonizzare il settore industriale, in particolare i comparti più ‘energivori’ che utilizza tecnologie mature e , ampiamente utilizzate. La CCUS è un processo in rapida evoluzione e fortemente in crescita, con 59 progetti large-scale nel mondo di cui 21 già operativi e gli altri in vari stadi di sviluppo e costruzione.
In questo ambito, Eni sta lavorando al progetto Adriatic Blue per la realizzazione del più grande sito di stoccaggio di anidride carbonica del mondo al largo di Ravenna.
Secondo l’azienda, l’area presenta caratteristiche (taglia degli impianti, vicinanza alle fonti emissive, riutilizzo di facilities esistenti) per consentire la realizzazione del progetto a costi competitivi e in tempi rapidi. La capacità di stoccaggio di CO2 nei giacimenti di gas naturale situati nell’offshore Adriatico antistante Ravenna è stata valutata di 350 milioni di tonnellate, con un potenziale ulteriore di 150 milioni di tonnellate: un potenziale che potrebbe consentire a Ravenna di diventare il polo di riferimento non solo per l’Italia ma anche per i Paesi del Mediterraneo.
Il Progetto si articolerà per fasi: una prima fase prevede la cattura e lo stoccaggio di parte delle emissioni provenienti dalle centrali a gas di Casal Borsetti e del polo chimico di Versalis di Ravenna. L’avvio è previsto entro il 2021 dopo l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni. Il giacimento individuato per lo stoccaggio di CO2 è quello di Porto Corsini Mare Ovest, che fa capo alla centrale di Casal Borsetti.
La fase di sviluppo prevede la realizzazione nell’area di Ravenna di un hub per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO2 in giacimenti offshore di gas esauriti o in fase di esaurimento. Il contributo alla cattura di CO2 verrà oltre che dal sito Eni di Ravenna anche dagli impianti di Ferrara, Mantova e da eventuali altri siti in fase di valutazione. Il progetto Adriatic Blue si configura come una piattaforma, aperta a terzi, abilitante lo sviluppo di progetti di cattura di CO2, chiave per la decarbonizzazione dell’economia nazionale, in particolare delle attività hard to abate. Il progetto, infatti, consente di rendere ambientalmente sostenibili quelle attività – come ad esempio l’industria pesante, il trasporto, la generazione di energia elettrica programmabile, e la filiera dell’idrogeno – indispensabili per l’economia del Paese ma che, data la loro natura energivora, impattano in maniera significativa dal punto di vista emissivo.
Le ipotesi di sviluppo del progetto prevedono, oltre alla cattura e allo stoccaggio della CO2, anche la produzione e l’utilizzo di idrogeno blu e l’eventuale distribuzione ad utenze industriali e domestiche e per la mobilità sostenibile.
Eni stima, infine, importanti ricadute positive sul territorio grazie alla valorizzazione dell’indotto e delle competenze maturate nel corso degli anni ma anche alla promozione dello
sviluppo di nuove filiere di elevato contenuto tecnologico. Il progetto porterà positive conseguenze a livello occupazionale con la creazione di nuovi posti di lavoro.