Architetture in movimento: il contributo dell’arte alla sostenibilità

Siamo sempre più sensibili ai temi della sostenibilità e a ragione considerato il pericoloso stato delle cose. Così tutto diventa e deve diventare sostenibile, anche ciò che ha bisogno di uno sforzo di creatività per rispondere alle sfide dell’ambiente. Anche l’architettura, quindi, gioca il suo ruolo, un ruolo cruciale nel ridefinire il nostro rapporto con lo spazio e l’ambiente.

Architettura Instabile Allestimento ph.VincenzoLabellarte

Infatti la sostenibilità non è solo una questione di materiali ecologici, ma un sistema di pensiero che abbraccia flessibilità, adattabilità e innovazione. La sostenibilità è anche architettura. La progettazione deve considerare l’intero ciclo di vita di un edificio, dalla costruzione alla demolizione, passando per il suo utilizzo quotidiano. Progetti come “The Shed” e la “Nakagin Capsule Tower” ci mostrano che è possibile immaginare spazi che non solo rispondono alle esigenze presenti, ma anticipano quelle future. 

The Shed e la Nakagin Capsule Tower

Uno degli esempi più iconici di questa filosofia è “The Shed”, un centro culturale di New York progettato da DS+R in collaborazione con Rockwell Group. Questo edificio, situato nel quartiere di Hudson Yards, incarna la filosofia dell’adattabilità: un guscio mobile su rotaie permette di espandere lo spazio disponibile in base alle esigenze artistiche e climatiche. La flessibilità di “The Shed” non è solo una questione estetica, ma un principio di sostenibilità. Adattando lo spazio, l’edificio riduce il consumo di energia legato alla costruzione di strutture temporanee o al sovradimensionamento degli spazi.

TheShed DillerScofidio+Renfro-2022 Ph.IwanBaan CourtesyDS+R

Un altro esempio rilevante è la “Nakagin Capsule Tower” di Tokyo, progettata dall’architetto giapponese Kisho Kurokawa. Sebbene l’edificio sia stato demolito nel 2022, il suo concetto di modularità rappresenta un’idea rivoluzionaria. Le 140 capsule prefabbricate che lo componevano erano progettate per essere sostituite o aggiornate, promuovendo un approccio circolare alla costruzione. Anche se la torre non ha resistito al tempo, molte delle sue capsule sono state salvate e riutilizzate, preservando l’eredità di un’architettura pensata per evolversi con la società.

L’arte e l’architettura come veicolo per la sostenibilità

Qui entra in gioco l’arte come veicolo non solo per comunicare, ma anche per ragionare intorno al tema. La mostra “Architettura Instabile”, ad esempio, ospitata al MAXXI di Roma fino al 16 marzo 2025, esplora proprio questa nuova frontiera. Curata dallo studio newyorkese Diller Scofidio + Renfro (DS+R), l’esposizione propone 26 progetti che trasformano il concetto di stabilità architettonica, dimostrando come il movimento possa diventare una risorsa per adattarsi ai cambiamenti climatici, tecnologici e sociali. La mostra invita i visitatori a riflettere su quattro categorie principali: edifici adattivi, architettura mobile, edifici azionabili e architettura ecodinamica. Gli edifici adattivi, come “The Shed”, riprodotto in mostra, rispondono in modo dinamico alle necessità dell’ambiente e delle persone. L’architettura mobile include progetti che si spostano fisicamente per offrire rifugi temporanei o spazi multifunzionali. Gli edifici azionabili sono invece strutture che reagiscono ai cambiamenti esterni regolando attivamente le proprie superfici, mentre l’architettura ecodinamica integra soluzioni progettuali che promuovono la biodiversità e riducono l’impatto ambientale.

L’architettura instabile celebra questa nuova era dell’architettura, dove il movimento non è più un segno di precarietà, ma una risorsa per un mondo in evoluzione.  L’instabilità può essere una virtù, capace di coniugare creatività artistica e responsabilità ambientale. Un invito a guardare al futuro con occhi nuovi, dove l’architettura non è più statica, ma un organismo vivo e in continuo divenire.