“Emissioni zero entro il 2030″. E’ questo l'”unico obiettivo che ci consentirebbe di invertire la rotta, parlano di dieci anni ma era tre anni fa, ora ne abbiamo sette. E’ l’unico modo per cercare da qui a sette anni di arginare la situazione”. Così l’attivista per l’ambiente e delegata italiana per Youth4Climate, Federica Gasbarro, all’Adnkronos alla vigilia della partenza per Glasgow dove il 5 novembre prenderà parte agli eventi dedicati ai giovani.
“Il cambiamento climatico non lo fermiamo ma possiamo arginarlo. Dopo sette anni i meccanismi irreversibili, gli eventi atmosferici estremi saranno sempre più pesanti e frequenti, adesso stiamo pagando lo scotto di 30-40 anni fa”, spiega. Fin qui, dopo il G20 e le prime giornate della Cop26, “lo spirito è quello giusto. L’energia c’è, peccato che ancora parliamo del target di 1.5°C quando secondo l’ultimo report dell’Ipcc, con questo andamento, la proiezione futura è che 1.5°C lo supereremo. Siamo già 1.2°C. Ci aspettiamo quindi che venga presa in considerazione la crisi climatica, inutile continuare a rimandare, mettendo in atto tutte le politiche necessarie”.
E bisogna cominciare, aggiunge, “dal taglio delle missioni climalteranti, anidride carbonica prima di tutto ma purtroppo c’è una lunga lista di altri gas altamente nocivi come il metano”.
“Sono stata inviata dal Mite a seguire i lavori e il 5 c’è la giornata Youth4Climate con la presenza di una parte di quanti erano anche a Milano”, spiega. Sarà una giornata in cui i “giovani avranno una voce per far capire ai governi che loro ci sono, fanno pressione, abbiamo un documento che deve essere preso in considerazione”, dice riferendosi a quanto emerso nella tre giorni di fine settembre a Milano quando circa 400 giovani tra i 15 e i 29 anni, provenienti da 186 Paesi, si sono riuniti per affrontare le principali urgenze e priorità dell’azione climatica. I giovani vogliono “essere tenuti in considerazione” in tema di crisi climatica.
“Il pianeta è di tutti – dice la 26enne neobiologa, nota come la ‘Greta italiana’ – è vero che loro hanno il potere di mettere la firma ma il futuro è anche nostro. Se ne esce insieme con il dialogo non costruendo muri. Siamo un po’ tutti parte della soluzione”.