La transizione ecologica è una grande occasione non solo per l’ambiente ma anche per rendere più competitivo il nostro paese dal punto di vista industriale. Le tecnologie ci sono e anche le risorse finanziarie, ma serve un maggiore sforzo per snellire le procedure burocratiche. Ne è convinto Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A che all’Adnkronos, in occasione di Ecomondo, la fiera della green economy di Rimini, spiega l’impegno del gruppo per la neutralità climatica.
“A2A ha lanciato a gennaio di quest’anno un piano industriale con investimenti cresciuti di 3 volte: 16 miliardi di euro nella prossima decade. Di questi 10 miliardi sono sulla transizione ecologica e 6 sull’economia circolare”. Transizione energetica, spiega l’ad, “vuol dire sostanzialmente rinnovabili sul quale abbiamo un piano di investimenti molto importante (4 miliardi di euro). Ma dobbiamo occuparci anche della distribuzione ai cittadini se vogliamo avere auto elettriche e piani a induzione”.
Per questo, spiega l’ad di A2A, “abbiamo un enorme piano, per esempio a Milano, di potenziamento della rete elettrica. Per dare un’idea delle dimensioni di questi progetti, in una città come Milano, dobbiamo stendere 2mila Km di nuovi cavi, mettere mille cabine secondarie nuove e 8 cabine primarie dove ogni cabina primaria è grande come un campo da calcio. E’ un lavoro grande come due linee metropolitane su cui non c’è molta consapevolezza da parte dei cittadini. C’è quindi molto da lavorare e grandi investimenti da fare: dalla mobilità elettrica all’illuminazione pubblica”.
E poi c’è tutto il mondo dell’economia circolare: “non possiamo più permetterci di sprecare neanche un Kg di rifiuti. Bisogna quindi riconvertire in materia tutto quello che si può riconvertire e bisogna tirar fuori energia da tutto il resto. Tutte cose che richiedono impianti, grandi investimenti e infrastrutture e noi siamo pronti”.
Ma resta da sciogliere il nodo burocratico. “Siamo un paese che ha una sorta di avversità verso le infrastrutture: dalla nuova linea ferroviaria al campo eolico c’è sempre qualcuno che si lamenta. Ma senza queste infrastrutture non riusciamo ad arrivare alla neutralità carbonica”. Per questo, spiega Mazzoncini, “bisogna che ci siano delle leggi che consentano il dibattito ma arrivando ad una decisione in tempi certi. Mi pare assurdo che abbiamo a disposizione tecnologie, risorse finanziarie e non riusciamo a farlo per ragioni burocratiche amministrative. Bisogna sistemare qualche decreto semplificazione che risolva i problemi amministrativi che oggi sono i principali”.
La transizione ecologica è un’occasione storica che l’Italia non può permettersi di sprecare. “Un paese come l’Italia che dal punto di vista energetico è sempre stato dipendente dagli altri non avendo né petrolio, né carbone, né gas per la prima volta nella sua storia si trova ad arrivare all’indipendenza energetica con costi di produzione inferiori ad altri paesi perché abbiamo più vento e sole. Non possiamo perdere quest’occasione in cui possiamo non solo decarbonizzare ma anche rendere più competitivo il paese dal punto di vista industriale tramite un’indipendenza energetica che sarebbe stata impossibile raggiungere in qualunque altro modo”.
Ma non solo, la transizione energetica, sottolinea “ci permetterà sicuramente di ridurre le bollette. Non occorre fare grandi studi per capire che vento e sole sono gratis e che quindi nel momento in cui abbiamo una produzione prevalentemente da rinnovabili i prezzi si stabilizzano di sicuro. Oggi l’impazzimento dei prezzi dipende da fenomeni geopolitici legati all’importazione del gas. Siamo costantemente esposti alla volatilità dei mercati delle energie fossili. Lo siamo dagli anni 70: le crisi petrolifere hanno tutte delle evidenti matrici di tipo geopolitico. E’ arrivato il momento di emanciparsi”.