“Ritengo giusto sollecitare la Cina, che è una superpotenza economica, alla Cop26 affinché prenda maggiori impegni reali per l’attuazione dell’Accordo di Parigi, respingendo il suo tentativo di nascondersi dietro ai Paesi in via di sviluppo, per mascherare il suo disimpegno”. Così Edo Ronchi che, per il Consiglio nazionale della green economy, svolge la relazione introduttiva agli Stati generali della Green Economy che si aprono oggi a Ecomondo.
“Non si può però consegnare alla Cina l’esito della Cop 26 – aggiunge Ronchi – anche perché con la conferma di un massiccio uso del carbone, rifiutando impegni di riduzione delle proprie gigantesche emissioni di gas serra fino al 2029 e rinviando il suo percorso di decarbonizzazione, la Cina ha già deciso”.
Per Ronchi, il successo della Cop 26 “dipende dal consolidamento dell’alleanza dei Paesi che si stanno impegnando per la neutralità climatica, guidati dall’Europa e dagli Stati Uniti: l’alleanza di coloro che, non senza difficoltà, stanno facendo della neutralità climatica una leva di Green Deal, per superare la recessione causata dal Covid. L’Italia non deve perdere questa occasione: deve puntare, con più decisione, a far parte delle locomotive europee della green economy. Vincendo la sfida della neutralità climatica con un’economia decarbonizzata e competitiva, capace di generare maggior occupazione e un miglior benessere, si costringerà così anche la Cina e gli altri paesi ritardatari, ad inseguire”.