G20: c’è l’accordo su clima ed energia. Ad annunciare l’intesa sul ‘Communiquè’, il ministro Cingolani al termine di un negoziato molto lungo e intenso. Applauso liberatorio da parte di tutte le delegazioni e dei ministri presenti. Nel pomeriggio era arrivato l’auspicato e non scontato ok della Cina, anche questo accolto dall’applauso dei presenti, ma restavano da convincere ancora altri Paesi, in particolare l’India, e le trattative sono andate avanti nel tentativo di trovare l’intesa sulla dichiarazione finale, rallentando la tabella di marcia della giornata.
La giornata più complicata di questa ministeriale ha però sancito l’intesa
tra Italia e Usa, in particolare tra il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e l’inviato del Presidente Usa sul Clima John Kerry,
per uscire dall’impasse
. Dopo la giornata di ieri sostanzialmente dedicata ai temi più ambientali, sul tavolo della ministeriale di oggi sono arrivate le questioni più complicate, ovvero quelle che riguardano il clima e la transizione energetica. E se l’accordo sul Communiqué di ieri, quello di taglio più ambientale, è stato sì discusso fino all’ultimo secondo ma poi approvato in tutti i suoi punti, lo stesso ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani aveva ammesso che oggi sarebbero arrivati i punti più difficili di questo G20: il contenimento della temperatura e la necessità di accelerare sulla decarbonizzazione in questa decade.
“Dobbiamo essere estremamente convinti, tutti quanti, che dobbiamo tenere l’incremento della temperatura sotto 1,5°C per la metà del secolo, non 2 o 2,5 perché anche quello fa una differenza enorme dal punto di vista del cambiamento climatico. Su questo c’è una discussione in queste ore”, ha detto ieri sera Cingolani incontrando la stampa dopo l’adozione del Communiqué Ambiente. “In un documento in cui dobbiamo mettere d’accordo economie basate sul petrolio ed economie che invertiranno la curva, sì, ma al 2060, dire che tutto va giocato in questa decade è complicato e insieme con la questione del contenimento della temperatura compone un bel puzzle che deve essere negoziato – ha detto Cingolani – Ci sono Paesi che hanno problemi su questi target, come i Paesi Arabi, in parte la Cina, la Russia e i Paesi emergenti, ma non escluderei che continuando la discussione si possa trovare la sintesi”.
Si delinea un’asse Italia-Usa
Più rinnovabili e azioni “molto ambiziose” in questa decade per arrivare a bloccare la temperatura a 1,5°C, l’ambizione massima degli Stati Uniti che si sono detti a fianco dell’Italia per convincere gli altri Paesi, oggi e soprattutto in vista della Cop, di cui il G20 rappresenta il “banco di prova”. Questo il contenuto dell’incontro bilaterale di ieri mattina tra il ministro Roberto Cingolani e l’inviato del Presidente Usa per il clima John Kerry (secondo incontro dopo quello avvenuto a Roma in piena scrittura Pnrr).
Rinnovabili protagoniste, nonostante la complicazione dovuta al fatto che diventa necessario lavorare sulla stabilità delle rete: su questo ci sarebbe un “accordo perfetto” tra Italia e Usa. Per quanto riguarda l’impegno nel sostenere i Paesi più poveri, un punto su cui insiste molto il ministro Cingolani, l’Italia ha intenzione di aumentare i fondi per la cooperazione e questo sarà un tema di cui si parlerà anche in occasione della Cop: anche su questo “c’è intesa”.
di Stefania Marignetti