Università, le linee guida per una mobilità sostenibile post pandemia

Il coinvolgimento degli atenei nella governance delle politiche per la mobilità sostenibile e l’accessibilità. L’inserimento dei costi dei trasporti per gli studenti tra gli interventi di diritto allo studio. Una maggiore qualità ed efficienza dei mezzi pubblici. Una rete infrastrutturale più adeguata alle esigenze di mobilità attiva (piste ciclabili, stazioni di interscambio) e di sharing mobility. Una diversa organizzazione oraria delle lezioni per incentivare forme di spostamento in monopattino o in bicicletta, normalmente limitate dalla prevalenza, nelle ore diurne, della mobilità veicolare privata. 

Sono le linee guida dettate dall”Agenda nazionale per la mobilità sostenibile, l’accessibilità e il diritto allo studio’, con l’obiettivo di rilanciare negli atenei italiani una mobilità multimodale, connessa, condivisa, elettrica e attiva. L’Agenda è stata presentata oggi all’Auditorium dell’Università di Milano-Bicocca durante il convegno nazionale del Gdl (Gruppo di lavoro) mobilità della Rus – Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile.  

Introdotti dalla rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, sono intervenuti, tra gli altri, i ministri dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, il presidente della Crui – Conferenza dei rettori delle università italiane, Ferruccio Resta, e la presidente della Rus, Patrizia Lombardi.  

Le azioni strategiche indicate dall’Agenda, e poste all’attenzione delle università italiane impegnate a garantire il graduale rientro degli studenti in presenza, sono state delineate dal Gdl mobilità della Rus e presentate da Matteo Colleoni, coordinatore nazionale del Gdl mobilità della Rus e delegato dell’Università di Milano-Bicocca sui temi della sostenibilità e mobilità.  

Alla base, le indicazioni pervenute dalla ‘Seconda indagine nazionale sulla mobilità casa-lavoro nelle Università italiane’: un questionario somministrato on-line dal Gruppo di Lavoro Mobilità della Rus agli studenti, ai docenti ed al personale tecnico-amministrativo delle 55 università italiane che hanno aderito all’iniziativa, per comprendere le scelte di spostamento verso/da le sedi universitarie italiane, durante e dopo la pandemia. Più di 100mila le risposte pervenute (per il 79% da studenti) rappresentative di una popolazione accademica totale composta da oltre 1 milione di membri.  

L’insorgere della pandemia da Covid-19, il conseguente lockdown e le misure adottate via via dal governo sulla mobilità per contenere il diffondersi del virus, hanno imposto cambiamenti alle abitudini e scelte dei cittadini. Il trasporto pubblico, dice l’indagine, è risultato essere il mezzo con il maggior calo in termini percentuali, probabilmente anche a causa del ridotto coefficiente di riempimento capacità di carico imposta dai provvedimenti governativi al fine di garantire il distanziamento sociale.  

Se non sono risultati significativi cambiamenti per la mobilità attiva, l’aumento dell’uso dell’automobile a scapito del trasporto pubblico è risultata più rilevante, principalmente tra il personale docente e tecnico-amministrativo. La maggior parte degli atenei che hanno partecipato all’indagine, nell’anno accademico ancora in corso, hanno optato per garantire una didattica a distanza, oltre che quella in presenza (quando erogata). Molte università, inoltre, hanno attuato politiche di smart working, almeno per una parte del personale.  

Così, le strategie di riapertura degli atenei, volte a stimolare la presenza in sede degli studenti, dovranno tenere conto non solo della prossima evoluzione della pandemia, ma anche di una nuova organizzazione dell’attività accademica nel suo complesso e delle politiche individuate dagli altri stakeholder in gioco (governo, regioni, municipalità e aziende di trasporto), in relazione alla gestione dei sistemi di trasporto e delle modalità lavorative. “L’evento di oggi ci ricorda ancora una volta come la sostenibilità sia uno dei valori chiave sui quali si gioca il futuro della nostra società. Le università svolgono un ruolo fondamentale in questo ambito” afferma la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni. 

“Il nostro Ateneo sta realizzando un programma di interventi per rendere le strutture e il campus sempre più sostenibili, dal monitoraggio delle emissioni di gas serra di tutte le attività e dell’intensità carbonica per singolo utente di Bicocca alla realizzazione di interventi infrastrutturali per incrementare la mobilità attiva (velostazioni e colonnine di ricarica elettrica), dall’estensione di accordi con gli operatori della sharing mobility alla realizzazione di percorsi di formazione e di promozione di comportamenti responsabili per tutta la comunità di Ateneo”, conclude Iannantuoni.  

“Quando si parla di mobilità si sta incidendo sul tempo delle persone e, di conseguenza, anche su alcuni loro diritti, come quello allo studio. Il sistema universitario italiano è molto variegato, così come diversa è l’accessibilità ad atenei che sono nelle grandi città rispetto a quelli che si trovano, per esempio, nelle aree interne del Paese” commenta il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.  

Parlare di mobilità sostenibile, dunque, sottolinea Messa, “significa pensare e contemplare soluzioni varie, flessibili, combinabili in forme diverse, a seconda del contesto nel quale ci si trova, alla disponibilità dei mezzi, alle strutture e infrastrutture presenti, all’accessibilità consentita anche in termini di costi, alle esigenze delle singole persone. Per questo, se si parla di governance della mobilità sostenibile è estremamente importante, come sottolineato anche da questo studio, considerare gli atenei attori primari da coinvolgere nella pianificazione e programmazione delle politiche urbane e metropolitane”. 

“Condivido pienamente le linee guida dell’Agenda. Per questo nel Pnrr abbiamo previsto 600 milioni di euro per la ‘mobilità dolce’, di cui 200 milioni destinati alla creazione di ciclovie urbane e 400 milioni per quelle turistiche. Inoltre, con un nostro decreto, abbiamo di recente stanziato oltre 4 milioni di euro per un progetto sperimentale in alcuni comuni che prevede la realizzazione di piste ciclabili per collegare le stazioni ferroviarie ai poli universitari. Questa iniziativa consentirà agli studenti, ma non solo, di raggiungere gli atenei usando un mezzo di trasporto ecologico e percorsi protetti e sicuri” afferma il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.  

“Altri 11 milioni di euro sono in arrivo per realizzare piste ciclabili tra stazioni ferroviarie e università in ulteriori comuni che stiamo identificando: un progetto al quale lavoriamo insieme al Ministero dell’Università e ai rappresentanti di Rfi, Anci e Crui. Sempre con l’obiettivo di rendere la mobilità più sostenibile e intelligente nel decreto ‘Sostegni 2’ abbiamo previsto risorse per incentivare il ricorso al mobility manager da parte delle pubbliche amministrazioni, delle imprese e delle scuole al fine di realizzare piani per decongestionare le città e per incentivare l’uso di mezzi più ecologici” conclude Giovannini. 

“La mobilità è uno dei maggiori banchi di prova della tecnologia e una priorità per il sistema universitario impegnato in un approccio sostenibile alla ricerca. All’evoluzione tecnologica seguono infatti grandi innovazioni sociali: dalla mobilità dolce a quella condivisa; dall’auto autonoma all’uso dei big data; da servizi di trasporto pubblico indifferenziati a politiche di precisione che ridisegnano il rapporto tra il cittadino e la città” commenta Ferruccio Resta, presidente della Crui e rettore del Politecnico di Milano. 

Un tema, sottolinea Resta, “che la pandemia ha rimesso al centro del dibattito pubblico. È questo il momento per affrontare i tanti cambiamenti in atto, per cogliere le opportunità che passano dalla realizzazione di nuove infrastrutture, così come da più incentivi alla ricerca e da dinamiche sociali e comportamentali inedite”.  

“La seconda edizione dell’indagine nazionale sulla mobilità casa-università ha consentito di raccogliere dati molto utili per analizzare la mobilità quotidiana delle diverse popolazioni universitarie del nostro Paese” afferma Matteo Colleoni, coordinatore nazionale del Gdl mobilità della Rus e delegato dell’Università di Milano-Bicocca sui temi della sostenibilità e mobilità che aggiunge: “In ambito universitario queste informazioni pongono le basi per realizzare gli interventi integrati per la sostenibilità della mobilità accademica”.  

“Con attenzione alla dimensione ambientale innanzitutto, per ridurre l’uso di veicoli tradizionali ad elevata immissione di inquinanti, ma anche alla dimensione sociale ed economica. In tal senso il Convegno dedica giusta attenzione, già dal titolo, al tema dell’accessibilità, finalità di una mobilità sostenibile anche dal punto di vista della risposta al diritto degli studenti di muoversi e di accedere alle sedi universitarie in modo sicuro, confortevole ed economico” conclude Colleoni.