Regioni e città sul web, Marche e Verona inquinano di più

Le regioni e le città italiane inquinano anche sul web. Il sito regionale più inquinante è quello delle Marche mentre, per le città, la maglia nera va al comune di Verona. A tracciare il quadro è un’indagine realizzata da AvantGrade.com in esclusiva per l’Adnkronos che, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente ha voluto puntare l’attenzione sulla sostenibilità del digitale. Un problema non da poco se si pensa che nel 2020 Internet è stato il quarto Paese al mondo per consumo di energia. Tutta colpa dei combustibili fossili usati per produrre l’energia per data center e server e delle modalità poco efficienti con cui vengono realizzati i siti web. Ad oggi, spiega Ale Agostini, direttore di AvantGrade.com, “qualsiasi attività online produce Co2 ma c’è ancora poca consapevolezza. Il web, infatti, viene percepito come qualcosa di immateriale che non consuma”.  

Ma non è così. Grazie a Karma Matrix, l’algoritmo in grado di misurare attraverso 23 diversi indicatori di efficienza web, la quantità di emissione di CO2 delle pagine web, AvantGrade.com ha realizzato una mappa a colori dell’impatto ambientale dei siti delle Regioni e delle principali città italiane. In base alla quantità di CO2 emessa da ogni homepage, le regioni e le città sono state suddivise in tre colori: verde (bassa emissione); gialla (emissione medio/alta) e rossa (emissione alta). 

Dall’analisi effettuata il 26 maggio emerge che il sito regionale (inteso solo come homepage) più inquinante è quello delle Marche che, con 1601 Kg di Co2 prodotta in un anno, registra una percentuale di emissione superiore del 735% rispetto alla mediana mondiale. Sempre in rosso si posizionano Toscana (1530 Kg di Co2 in un anno; +698% rispetto alla mediana mondiale); Friuli Venezia Giulia (725 Kg di Co2 in un anno; +278%); Lombardia (703 Kg di Co2 in un anno; +267%) e Veneto (437 Kg di Co2 in un anno; +128%).  

In zona gialla, invece, con un’emissione medio/ alta, troviamo: Molise (372 Kg di Co2 in un anno; +94% di emissioni di Co2 rispetto alla mediana mondiale); Campania (355 Kg di Co2 in un anno; +85% di emissioni di Co2 rispetto alla mediana mondiale); Emilia Romagna (291 Kg di Co2 in un anno; +52% di Co2 emessa rispetto alla mediana mondiale); Puglia (207 Kg di Co 2 in un anno; +8%); Valle d’Aosta (206 Kg di Co2 in un anno; +7% rispetto alla mediana mondiale). 

Zona verde. Il sito regionale meno inquinante è quello della Sicilia con soli 9 Kg di Co2 prodotta in un anno (-95% di emissioni rispetto alla mediana mondiale). Sempre in zona verde troviamo: Trentino Alto Adige (24 Kg; -88%); Liguria (87 Kg; -55%); Lazio (135 Kg; -30%); Calabria (139 Kg; – 27%); Abruzzo (180 Kg; -6%); Basilicata (181 Kg;-6%); Piemonte (181 Kg; -6%); Umbria (182 Kg; -5%). Esclusa dalla rilevazione la regione Sardegna per una condizione imprevista. 

Guardando le principali città italiane l’analisi rileva che l’homepage più inquinante è quella del sito del comune di Verona (unica in zona rossa) che in un anno ha prodotto 1421 Kg di Co2 con una percentuale superiore del 642% rispetto alla mediana mondiale. In zona “gialla si piazzano: Napoli (377 Kg; +97%); Palermo (363 Kg; +90%); Milano (298 Kg di Co2 in un anno; +56%); Bologna (220 Kg; +15%). Semaforo verde per la città di Torino che risulta avere il sito comunale meno inquinante (45Kg di Co2 in un anno; -76% di emissioni rispetto alla mediana mondiale). Sempre in verde troviamo: Roma (135 Kg; -30%); Firenze (146 Kg; -24%). 

Per prima cosa, spiega Ale Agostini, “bisogna misurare l’efficienza di un sito al tempo zero. Con questa misurazione ci si rende conto se si è superiori alla mediana o meno e predisporre un intervento. E’ possibile, ad esempio, scegliere server sostenibili, ovvero alimentati da fonti rinnovabili anche se ad oggi sono veramente pochi. Un’altra cosa che si può fare, ed è quella su cui ci concentriamo noi, è lavorare sul codice html, renderlo più pulito eliminando il superfluo. Insomma, una sorta di igiene della parte di programmazione. Si può lavorare anche sulla parte immagini e video per mantenerli e renderli più efficienti”. 

Secondo Agostini “un sito che riceve tante visite e ottimizza il codice può arrivare a risparmiare per ogni pagina dalle 400 ai 1000 Kg di Co2 all’anno”. Le soluzioni, dunque, non mancano ma per prima cosa bisogna aumentare la consapevolezza del problema. “In 10 anni di attività ci siamo resi conto che le aziende progettano i siti senza guardare alla loro efficienza energetica” commenta il direttore di AvantGrade.com che un anno fa ha lanciato lo strumento Karma Matrix proprio per misurare l’impatto ambientale dei siti web. 

“Analisi come questa devono rappresentare uno stimolo per regioni e comuni per indagare l’impatto ambientale dei propri siti e dare il buon esempio” commenta Ale Agostini auspicando che la valutazione ambientale dei siti possa quanto prima oggetto di rendicontazione all’interno dei bilanci di sostenibilità.