Seconda seduta consecutiva di forti acquisti per le borse europee. I titoli legati alle risorse di base ed il comparto bancario, spinto dai numeri di Bnp Paribas, hanno permesso ai listini europei di chiudere la seduta dell’Election Day statunitense con il segno più. Da sempre nemici dell’incertezza, gli operatori temono un risultato in bilico e stanno scommettendo su un esito netto della consultazione elettorale.
A Milano, il Ftse Mib ha chiuso con un +3,19% a 18.986,24 punti grazie all’andamento del comparto bancario: Mediobanca ha terminato la seduta con un +3,4%, Intesa Sanpaolo ha finito in rialzo del 3,93% e UniCredit ha segnato un +3,91%.
Con un giorno di ritardo, Nexi (+5,14%) ha capitalizzato l’annuncio di negoziazioni in esclusiva con il gruppo Nets per raggiungere, nel giro di 10 giorni, un accordo vincolante tra le parti per un’operazione di fusione. Secondo gli analisti di Equita, che hanno alzato la valutazione a «buy», la creazione di valore derivante dall’operazione potrebbe attestarsi al 10%.
Denaro anche per i titoli del comparto industriale: Pirelli ha terminato con un +6% tondo, CNH Industrial è salita del 4,84% e Fiat Chrysler ha messo a segno un +1,72%. Ad ottobre, a fronte di un mercato sostanzialmente piatto (-0,2%), le immatricolazioni targate FCA hanno segnato un rialzo del 12,6%.
I numeri trimestrali e la revisione al rialzo delle stime hanno permesso alle azioni Ferrari di chiudere con un 7,06% mentre il ritorno del Brent in quota 40 dollari al barile ha spinto il terzetto formato da Tenaris, Saipem ed Eni, rispettivamente in aumento del 2,36, del 3,61 e del 2,39 per cento.
Il clima di propensione al rischio ha fatto scendere lo spread Btp-Bund di quasi 3 punti percentuali a 132 punti base. (in collaborazione con money.it)