Nuova seduta all’insegna della debolezza per le borse europee, sempre alle prese con la pandemia e con le conseguenze economiche delle misure di contenimento. A livello settoriale, perdite particolarmente forti sono state registrate tra i titoli del comparto energetico, tra quelli legati alle risorse di base e nel comparto automotive.
Sul Ftse Mib, che ha terminato in rosso dell’1,53% a 18.654,95 punti, spicca la debolezza di un comparto bancario che non è stato in grado di capitalizzare le indicazioni arrivate dai numeri trimestrali migliori delle stime di Santander e Hsbc. Come nel caso di Barclays, gli accantonamenti per fronteggiare il Covid sono risultati inferiori alle stime, spingendo l’ottimismo sull’impatto della pandemia.
Sul listino milanese, Unicredit ha terminato con un -3,94%, Intesa Sanpaolo ha chiuso con un 2,38%, BPER ha segnato un -6,25% e Mediobanca, nel giorno dei conti, è scesa del 2,63%.
Nel primo trimestre dell’esercizio 20/21, Piazzetta Cuccia ha registrato un utile netto di 200 milioni di euro, -26,1% rispetto a 12 mesi prima a causa del minore apporto da parte di Assicurazioni Generali (45 milioni contro 135,5 milioni lo scorso anno e 54,8 milioni nell’ultimo trimestre), impattato da componenti non ricorrenti. Il titolo del Leone di Trieste ha terminato in rosso del -2,02%.
Giornata decisamente negativa anche per il comparto industriale con il -4,2% di Leonardo, il -4,51% di Pirelli ed il -2,36% di Prysmian.
La pubblicazione dei conti ha permesso a Campari di chiudere con un +1,7%. I primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con un utile lordo di 190,2 milioni, -22,4% rispetto al pari periodo 2019, ed un fatturato poco mosso a 1,28 miliardi (-1,6%). Tenendo in conto solo il terzo trimestre, l’utile lordo si è attestato a 88,7 milioni (-3,1%) ed il fatturato ha segnato un +12,8%.
Sul mercato obbligazionario, lo spread tra i Btp a 10 anni ed i titoli tedeschi di pari scadenza ha fatto segnare un rialzo di un punto percentuale a 131 punti base. (in collaborazione con money.it)