Nonostante la delusione per l’andamento del primo duello Trump-Biden, l’avvio in positivo di Wall Street ha migliorato anche l’umore di Piazza Affari permettendogli di chiudere poco lontano dalla parità. A spingere le borse a stelle e strisce sono i rumor su un nuovo piano di stimoli dopo che il segretario al Tesoro statunitense, Steve Mnuchin, si è detto “ottimista” sulla possibilità di raggiungere un accordo.
A Piazza Affari, dove il Ftse Mib si è fermato a 19.015,27 punti, -0,24% rispetto al dato precedente, spiccano le performance dei titoli del comparto energetico: Saipem ha chiuso con un +4,93%, Tenaris ha segnato un -3,15% ed Eni è salita dello 0,34%.
In corrispondenza della chiusura degli scambi in Europa, per acquistare un barile di Brent con consegna dicembre sono necessari 41,8 dollari, +0,55% rispetto al dato precedente. A favorire la risalita dei prezzi è stato l’aggiornamento relativo le scorte di petrolio negli Stati Uniti, scese nell’ultima settimana di 2 milioni di barili (contro il rialzo di 1 milione stimato dagli analisti).
Seduta positiva anche per il comparto bancario, con Banco Bpm in aumento del 3,92%, Bper che è salita dell’1,95% e l’accoppiata formata da UniCredit e Intesa Sanpaolo che ha rispettivamente messo a segno un +0,31 ed un -0,24%. Nel risparmio gestito, il rumor secondo cui Mediobanca (+0,18%) non sarebbe più interessata ad un’operazione straordinaria ha fatto perdere a Banca Generali il 4,35%.
In rosso anche per Hera (-1,62%), Snam (-2,05%) ed Enel (-1,09%). Tra le aziende di pubblica utilità Iren ha terminato con un +0,55% dopo l’annuncio del piano industriale al 2025. Contrazione dell’1,32% per Atlantia, disponibile a trattare con il Governo su Aspi, ma senza la manleva.
Poco mosso, a 140 punti base, lo spread con i titoli made in Germany. (in collaborazione con money.it)