Anche oggi l’avvio delle contrattazioni sulla piazza newyorkese ha finito per spedire i listini del Vecchio continente in rosso. Dopo il selloff di ieri, anche oggi i listini statunitensi registrano forti perdite nonostante le indicazioni migliori delle stime arrivate dal mercato del lavoro della prima economia: ad agosto il saldo delle buste paga nei settori non agricoli ha fatto segnare un incremento di 1,37 milioni mentre il tasso di disoccupazione è sceso dal 10,2 all’8,4 per cento. 

A Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato in calo dello 0,82% 19.391,25 punti, spicca il buon andamento dei bancari e dei titoli del comparto industriale. Tra i primi, spinti dalla possibilità che le spagnole Bankia e CaixaBank convolino a nozze, segnaliamo il +3,8% di Banco BPM, il +1,27% di UniCredit ed il +0,97% di BPER, mentre nel settore industriale troviamo i guadagni registrati da CNH Industrial (+1,93%), Pirelli (+1,59%), Prysmian (+1,69%) e Fiat Chrysler (+1,64%). 

Seduta in positivo anche per Amplifon (+0,32%) dopo che Jefferies ha alzato la valutazione da “hold” a “buy” con prezzo obiettivo che da 18,10 è stato portato a 34 euro per azione (oggi le azioni hanno chiuso a 28,02 euro). 

La pubblicazione dei conti, il primo semestre si è chiuso con un rosso di 1,3 miliardi di euro, ha penalizzato Exor (-4,09%), il calo del greggio (-3,15% del Brent a 42,6 dollari il barile) ha invece affossato Saipem ed Eni (-2,23% e -0,66% per cento). Male anche il comparto delle aziende di pubblica utilità: Hera è scesa del 3,54%, Terna ha perso il 2,26% ed Enel ha lasciato sul parterre il 2,22%. 

La settimana dello spread si è chiusa con un +1,6% che ha portato il differenziale di rendimento Italia-Germania a 150 punti base. (In collaborazione con money.it)