Le tensioni geopolitiche spediscono in rosso i listini europei. L’escalation della tensione sull’asse Pechino – Washington favorisce la prudenza sui listini europei, incapaci di capitalizzare le indicazioni migliori del previsto arrivate dagli indici PMI.
Nel mese di luglio il dato che misura il sentiment dei direttori degli acquisti del manifatturiero di Eurolandia è salito da 47,4 a 51,1 punti mentre quello relativo il terziario è passato da 48,3 a 55,1 punti (per questo tipo di indicatori la soglia dei 50 punti separa espansione e recessione dell’attività economica).
A Milano il paniere principale ha terminato in rosso dell’1,85% a 20.075,27 punti mentre lo spread con i titoli made in Germany non ha fatto registrare variazioni di rilievo a 147 punti base. A livello di singole performance, nel paniere delle blue chip segnaliamo il -4,29% di Pirelli, il -4,22% di Unipol e il -3,9% di Diasorin.
-6,11% di Nexi che oggi si è trovata a fronteggiare l’indiscrezione secondo cui l’integrazione con SIA sarebbe stata rimandata a causa della distanza tra le valutazioni fatte dagli advisor. Jefferies, che oggi ha confermato la valutazione di acquisto con obiettivo a 20 euro, ritiene anche in caso di mancato matrimonio la valutazione sulla società sia destinata a restare positiva.
Valutazione “acquistare” anche per Telecom Italia (-0,49%), ma questa volta da parte di Equita. Alla luce dell’andamento del business di Vodafone in Italia, gli analisti hanno confermato le loro valutazioni in vista della prossima pubblicazione dei conti trimestrali.
All’interno del comparto bancario Intesa Sanpaolo ha terminato la seduta con un -1,83%, UBI Banca con un -1,2% e Mediobanca con un -1,17%. Limita le perdite UniCredit, in contrazione dello 0,8%. Fuori dal paniere principale, -6,06% per Mps a causa dei rumor sulla possibilità che la Banca Centrale Europea possa chiedere un aumento di capitale da 700 milioni propedeutico alla cessione dei crediti deteriorati. (in collaborazione con money.it)