Chiusura in profondo rosso per i listini europei il day-after il meeting della Federal Reserve. La prudenza sullo stato di salute della prima economia emersa dalle parole del chairman della Fed, Jerome Powell, ha finito per innescare prese di beneficio su praticamente tutti i listini globali. Ad aggravare la situazione è la nuova ondata di vendite sul petrolio, il Brent in corrispondenza della chiusura dei listini europei perde 7 punti percentuali a 38,8 dollari il barile, che ha finito per penalizzare i titoli del comparto energetico.
Come spesso accade, lo spread con i titoli tedeschi si è mosso in controtendenza rispetto ai listini finanziari segnando un rialzo dell’1,65% a 187 punti base. A contenere la risalita del dato sono state le indicazioni positive arrivate dall’asta di titoli di Stato: oggi il Tesoro ha collocato Btp a 3, 7 e 15 anni con rendimenti in netto calo rispetto all’ultimo appuntamento. Il titolo triennale ha registrato un dato in riduzione dallo 0,6 allo 0,3 per cento, nel caso del bond con scadenza 7 anni si è passati dall’1,53 all’1,1% mentre per quello con la scadenza maggiore lo «yield» è sceso dal 2,06 all’1,91%.
In chiusura di seduta, il Ftse Mib si è fermato a 18.806,86 punti, -4,81% rispetto al dato precedente. Sul paniere principale seduta da dimenticare per i titoli del comparto industriale: CNH ha terminato con una contrazione a due cifre (-11,82%) mentre l’accoppiata formata da Pirelli ed FCA è scesa dell’8,54 e del 7,7%. Su quest’ultima a pesare sono le voci secondo cui la Commissione europea sembrerebbe orientata ad aprire una valutazione delle conseguenze dell’aggregazione con Peugeot.
Oggi il calendario macroeconomico ha proposto l’aggiornamento relativo la produzione industriale italiana che, nel mese di aprile, ha evidenziato un calo mensile del 19,1% (consenso -24%) e una contrazione annua del 42,5%. Inutile dire che si tratta dei dati peggiori mai registrati, ha commentato Paolo Pizzoli, economista senior di ING. L’esperto stima che il dato relativo la produzione industriale italiana a maggio farà registrare miglioramenti visto che a inizio mese è stata permessa la ripartenza dell’attività industriale. “L’effetto della riapertura si è visto nel rimbalzo del Pmi manifatturiero, salito dai 31,1 punti di aprile, minimo storico, ai 45,4 punti di maggio, anche se il libro ordini si è confermato molto debole e gli intervistati hanno evidenziato condizioni scarse per quanto riguarda la domanda estera”.
Tornando alle performance registrate oggi in borsa, andamento decisamente negativo anche per UniCredit (-7,87%), Banco BPM (-7,82%) e BPER (-6,38%), sempre alle prese con la vicenda Intesa Sanpaolo – Ubi Banca (-4,98 e -5,65%). L’unico segno più nel paniere delle blue chip è quello di Diasorin (+2,32%). (in collaborazione con money.it)