Piazza Affari chiude in rosso penalizzata dalle nuove stime dell’Ocse e dalle vendite che hanno colpito il comparto bancario e quello energetico. Dopo le indiscrezioni sulla possibilità di creare una “bad bank” europea in cui far convogliare i crediti tossici creati dalla pandemia, a rovinare l’umore degli operatori ci ha pensato l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che, per il 2020, ha detto di attendersi un calo del Pil che potrebbe arrivare al 7,6% nel caso in cui ci fosse una seconda ondata di contagi.
Indicazioni negative anche per gli energetici: in corrispondenza della chiusura degli scambi in Europa il future sul Brent perde l’1,5% a 40,55 dollari il barile mentre il derivato sullo statunitense WTI scende di 2 punti percentuali a 38,1 dollari. Nella settimana terminata il 5 giugno, ha annunciato l’EIA (Energy Information Administration, la divisione statistica del Dipartimento dell’Energia statunitense), gli stock di greggio statunitensi sono aumentati di 5,72 milioni barili (il dato precedente aveva fatto segnare -2,01 milioni e gli analisti avevano stimato -1,85 milioni di barili).
A Milano il Ftse Mib si è fermato a 19.758,01 punti, -0,86% rispetto al dato precedente. Tra le performance peggiori troviamo quelle registrate da Eni (-1,56%), Tenaris (-1,42%), CNH Industrial (-5,27%) ed FCA (-2,7%).
Nel comparto bancario il terzetto formato da BPER (-5,03%), Intesa Sanpaolo (-1,01%) e Ubi Banca (-1,12%) ha pagato pegno allo stop arrivato dall’Antitrust all’offerta di scambio lanciata da Intesa. Giornata da dimenticare anche per UniCredit (-3,31%) e Mediobanca (-1,8%). Bene invece il risparmio gestito con il +3,5% di Finecobank e il +1,09% di Banca Generali. Chiusura in parità per Banca Mediolanum che nel mese di maggio ha registrato una raccolta positiva per quasi 550 milioni.
Sull’obbligazionario lo spread con i titoli tedeschi ha fatto segnare un incremento di quasi 4 punti percentuali a 183 punti base nel giorno in cui il Ministero dell’economia ha collocato Bot a 12 mesi per 7 miliardi di euro con un rendimento lordo di aggiudicazione allo 0,014%, contro lo 0,286% precedente.
Tra le performance positive troviamo anche Telecom Italia (+0,81%) in attesa di novità sulla possibile cessione di una quota della rete secondaria al fondo KKR. (in collaborazione con money.it)