Al momento per l’Antitrust l’ops di Intesa su Ubi banca non è “suscettibile di essere autorizzata” e questo in ragione delle elevate quote che la ‘combined entity’ verrebbe a detenere in numerosi mercati. L’operazione, secondo quanto rilevano nelle prime risultanze dell’istruttoria, è idonea a “produrre la costituzione o il rafforzamento della posizione dominante di Intesa”.  

L’accordo non basta secondo l’Antitrus a eliminare “le criticità concorrenziali” dell’offerta, come si si legge nelle 58 pagine delle prime risultanze dell’istruttoria dell’Antitrust sull’operazione. 

Ciò, spiega l’Authority nel documento di cui l’Adnkronos è in possesso, per “l’indeterminatezza del perimetro del ramo di azienda di Ubi oggetto di cessione a favore di Bper” e in più per “le incertezze in merito alla effettiva attuazione di tale accordo” nello scenario in cui Intesa raggiunga il controllo al 50% più una azione. Poi, l’accordo viene ritenuto inadeguato a ristabilire una effettiva concorrenza post fusione in numerosi mercati, tra cui Calabria, Marche e Abruzzo. Le parti ora possono presentare memorie fino al 15 giugno, mentre la prossima audizione sarà il 18 giugno alle 10. 

La nota – “Non è stata assunta alcuna decisione da parte dell’Autorità sulla compatibilità dell’operazione con le regole della concorrenza”. E’ quanto precisa l’Antitrust in una nota sull’ops Intesa-Ubi. 

“Allo stato – spiega – è stata trasmessa alle imprese interessate la sola Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, che rappresenta la valutazione preliminare degli uffici dell’Autorità in ordine alle possibili criticità concorrenziali dell’operazione di concentrazione”. 

Per questo, “la decisione definitiva in merito alla compatibilità della concentrazione sarà assunta dal Collegio solo all’esito del contraddittorio con le imprese interessate”.