“Quando in primavera il blocco cesserà, crollerà il sistema e i licenziamenti potrebbero diventare il boomerang contro il governo, qualsiasi esso sarà”. Così conversando con l’Adnkronos, il presidente dei giovani imprenditori di Confapi, Luca Adinolfi, guarda al prossimo futuro quando al 30 marzo terminerà lo stop ai licenziamenti deciso dal governo in funzione anti-Covid. “Il blocco dei licenziamenti può essere una cura esclusivamente del breve periodo, ma qui stiamo attraversando una crisi globale e complessa fortemente strutturata in tutti i continenti ad esclusione dell’Asia”, dice auspicando una “politica industriale di lungo periodo”. D’altra parte, prosegue Adinolfi, “è deludente per noi giovani non ritrovarci guidati da un governo coeso e con visione prospettica”. Nessuna intenzione di “criticare, sparando nel mucchio sarebbe troppo semplice”, aggiunge, ma “è evidente che con il passare dei mesi manchi una visione ed un piano concreto sulla ripresa”. Perché non prepararci a ripartire? Si domanda Adinolfi: “Come lo faremo?quali saranno gli strumenti a disposizione delle imprese? In questo mare di incertezze rimaniamo immobili continuando a perdere terreno, per molti definitivamente”.
RECOVERY – “Il Recovery è la più rilevante e imponente operazione d’investimento del Paese e da quello che vediamo il piano proposto manca di ambizione, manca di futuro e di visione industriale e quindi di tutti i meccanismi virtuosi generati sul lavoro. Pensare che siano stanziati solamente 2 miliardi, un decimo del superbonus, per i giovani ci delude profondamente”. “Il Recovery rappresenta il nostro futuro, se non speso o peggio speso male ci farà ritrovare con il debito pubblico a livelli non più sostenibili”, spiega ancora. Non solo: “Le risorse purtroppo,almeno quelle a fondo a perduto – continua- sono molte meno di quelle che si possa pensare: 44 miliardi per due anni, e complessivamente ne abbiamo spesi già 146 da inizio pandemia avendo risolto in minima parte i problemi a cui dobbiamo far fronte”.
IL DIALOGO PER RIPARTIRE – I giovani di Confapi si candidano come possibili interlocutori del governo. “Ci piacerebbe essere coinvolti nelle numerose task force perché in fondo del risultato di quel lavoro, virtuoso o meno che sia, ne godremo noi e quindi ribadiamo alle istituzioni la nostra disponibilità ad essere parte integrante dei progetti di ripartenza”. “Siamo la generazione alla quale interessa di più il piano di ripresa che l’assistenzialismo, la nostra storia è ancora da scrivere e assistere alla totale mancanza di visione è quello che ci delude di più”, ribadisce ricordando come il Paese sia vicino al rischio di desertificazione economica “con la chiusura del 39% delle aziende quando gli aiuti e il divieto di licenziamento verranno meno”.