Industria, Mise in trincea: “Salvati’ 30mila lavoratori”

Mise in ‘trincea’ contro le crisi industriali. Nonostante la difficoltà di un quadro economico schiacciato dall’impatto del Covid, infatti, i numeri dei tavoli aperti al dicastero di via Molise iniziano a scendere: in poco più di un anno sono stati risolti ed archiviati dalla task force guidata dalla sottosegretaria Alessandra Todde, circa 15 dossier che porta il saldo delle trattative aperte al Mise da 120 a 105, stando alle ultime stime che l’Adnkronos è in grado di anticipare. Più di 30mila i lavoratori ‘salvati’ anche se la platea di lavoratori in bilico è ancora vasta, sono tra i 110mila e i 120mila circa infatti quelli ancora coinvolti in procedure di crisi. E per gli appassionati di statistica, circa 70 i tavoli aperti da più di 3 anni e circa 28 quelli che impegnano il Mise da oltre 7 anni.  

In pista ancora vertenze pesanti come quella con Jsw sulla riconversione industriale dello stabilimento siderurgico di Piombino, 1600 i dipendenti da salvaguardare o quella sul sito Whirlpool di Napoli, circa 350 lavoratori per i quali la multinazionale americana intende avviare la procedura di licenziamento dal 1 aprile prossimo, così come è ancora braccio di ferro tra azienda e Mise sulla liquidazione di Treofan Italy e la cessazione delle attività produttive dello stabilimento di Terni. Prosegue, ed è di difficile gestione anche il tavolo su Jabil di Marcianise, 130 i lavoratori a rischio. Natale di crisi anche alla Goldoni per gli oltre 200 lavoratori dopo la richiesta di concordato da parte della proprietà cinese Lovol a soli 5 anni dall’acquisizione e per i 150 dipendenti della Betafence che attendono certezze al momento non così scontate. 

Incerta la condizione dei 700 dipendenti Dema anche se, a quanto si apprende, l’azienda avrebbe firmato la scorsa settimana l’accordo con l’Inps per la rateizzazione del debito. Continua inoltre anche la discussione al Mise per la crisi della storica azienda tessile mantovana , Corneliani dopo lo sblocco estivo che aveva permesso a centinaia di lavoratori il rientro in fabbrica:il Mise ha attivato il Fondo gestione crisi d’impresa e attende di conoscere le intenzioni degli altri investitori privati. Una incertezza che ha spinto i sindacati ad organizzare per domani uno sciopero.  

Ma intanto si appresta ad uscire dal perimetro dei tavoli di crisi del Mise una delle trattative di maggior peso, anzi, la madre di tutte le trattative come spesso è stata indicata, 10mila i lavoratori in ballo: quella sull’ex gruppo Ilva. L’accordo tra Invitalia e A.Mittal per l’ingresso dello Stato nel capitale della multinazionale che gestisce gli impianti italiani, ha fatto migrare il dossier dal tavolo di crisi a quello di monitoraggio dell’attuazione del piano industriale e del necessario accordo con i sindacati. 

In via d’uscita dai tavoli di crisi del Mise anche la vertenza del gruppo Stefanel, dopo la presentazione dell’offerta vincolante da parte di Ovs, in attesa dell’ok del dicastero. E tra le partite risolte molti i marchi storici a cominciare dalla vertenza Pernigotti, conclusa senza esuberi e impedendo al gruppo Toksöz di delocalizzare la produzione dello stabilimento di Novi Ligure, a quella sul polo di Portvesme che, dopo uno stallo di 8 anni, è stato acquisito in via definitiva da Sider Alloys . Chiuso positivamente, sempre in Sardegna, anche il tavolo su Porto Torres: l’iter per l’accordo di programma per l’attuazione del progetto di riqualificazione e riconversione industriale dell‘area di crisi complessa, ha infatti completato il suo iter ministeriale. 

‘Salvaguardia occupazionale’ anche per i 5.400 posti di lavoro degli ex centri Auchan acquisiti da Conad con una trattativa che ha ridotto gli esuberi dagli originari 6.200 a circa 795 e ‘salvi’ , anche i 350 lavoratori della Mahle, industria tedesca di componenti automobilistici, grazie all’accordo di cessione dei 2 siti in Piemonte raggiunto con il gruppo Imr che attraverso l’utilizzo della cigs per 24 mesi garantirà formazione e rispetto del perimetro occupazionale. (segue) 

Riconversione e reindustrializzazione anche per la Safilo che in piena crisi Covid è passata dalla produzione di occhiali, che comunque resta per terzi, a quella di mascherine chirurgiche per circa 15 milioni di pezzi al mese e per la Ferriera di Servola a Trieste, la cui area a freddo passerà dagli attuali 140 a 338 addetti. In via di risoluzione anche la vertenza per il sito della società Yokohama di Ortona in predicato per essere rilevato da Alfagomma che, entro il prossimo giugno, dovrebbe riassorbire il 79% dei dipendenti in mobilità e aumentare la quota entro il 2022. Fuori dai tavoli Mise, traslocato al Ministero del Lavoro, dopo quasi 10 anni di agonia, la vertenza relativa al fallimento di Mercatone 1, i cui 1.341 lavoratori rimasti in forza alla gestione commissariale sono stati collocati in cigs per cessazione di attività e per i quali sono allo studio progetti di auto-imprenditorialita’. 

Con il Fondo per la gestione delle crisi d’impresa per i marchi storici, voluto dalla sottosegretaria Todde, che prevede l’ingresso, attraverso Invitalia, dello Stato nel capitale delle aziende in crisi per un ammontare massimo di 10 mln di euro e per non più di 5 anni si è costruita la soluzione per l’accordo tra l’ex Embraco di Chieri, società in fallimento con oltre 400 addetti in cig, e l’ACC di Mel a Belluno, che occupa oltre 300 addetti che ha dato vita ad Italcomp, il nuovo polo italiano del compressore.Il progetto vedrà un piano industriale industriale pubblico-privato da 50 milioni di euro che salverà circa 700 lavoratori.  

Accordo ponte, infine, di pochi giorni fa anche per l’Ast di Terni, lo stabilimento siderurgico che la Thyssenkrupp si appresta a cedere ma la cui vendita , che dovrebbe avvenire nel 2021, porterà con sè alcune garanzie importanti: il sito dovrà continuare a produrre 1milione di acciaio fuso, confermerà gli attuali 2.324 addetti, il ripristino dei 17 dipendenti con contratto somministrato fatti uscire a giugno scorso, l’ultrattività della contrattazione di secondo livello e la possibilità entro il 31 marzo 2021 di valutare un nuovo premio.