“La versione abbreviata del piano italiano per il Next Generation Eu sarà presentata presto, mentre quella lunga sarà sottoposta in tempo”. Lo sottolinea il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nel suo intervento al Rome Investment Forum 2020 organizzato da Febaf, precisando che la proposta italiana “sarà corposa, con 60 grandi progetti molto definiti”. “E’ un lavoro immane – ha riconosciuto – ma saremo pronti con uno dei piani più ambiziosi” a livello europeo.
Gualtieri ha poi riconosciuto di essere “un sostenitore nel rendere permanenti gli strumenti” messi in campo dalla Ue per aiutare gli Stati, “ma spetta ai Paesi che ne beneficiano dimostrare che siano in grado di trarre il meglio dalle risorse e rendere il piano in un successo”.
Secondo il premier Giuseppe Conte, “il governo italiano è stato tra i più convinti promotori della svolta Ue nel 2020, il lancio del Next Generation Eu. Il nostro Paese deve farsi trovare pronto e per farlo la strategia si orienterà sulla fiducia, le riforme e gli investimenti, tre assi portanti”. “E’ fondamentale tornare ad assicurare al Paese una vera mobilità sociale – prosegue il premier -. La riforma fiscale, a partire da quella dell’Irpef, dovrà garantire maggiore equità, eliminando gli spazi per una concorrenza sleale delle imprese. La riforma della Pa avrà l’obiettivo di rendere la pubblica amministrazione moderna ed efficiente”.
Per il membro del board esecutivo della Bce Fabio Panetta, “se i prestiti europei del Next Generation EU saranno investiti bene per l’Italia sono possibili enormi benefici, fino al 3,5% del PIL mentre i contributi potrebbero ridurre il rapporto debito pubblico / PIL di oltre 5 punti percentuali entro il 2026”. Il Next Generation EU “fornirà un sostegno fiscale pari a circa il 5% del PIL dell’area dell’euro, concentrato in particolare sui paesi che sono stati più colpiti dalla crisi, tra cui l’Italia”, il risultato è che “entro il 2026 questi fondi UE potrebbero aumentare il Pil reale nell’area dell’euro fino all’1,5%”. Panetta, nel suo intervento al Rome Investment Forum 202, ha ribadito che “usciremo da questa crisi con livelli di debito pubblico e privato più elevati ovunque, quindi sarà cruciale raggiungere tassi di crescita superiori ai tassi di interesse” e per questo la spesa dei fondi europei “dovrebbe concentrarsi sugli investimenti in quelle aree con il maggior potenziale per aumentare la produttività e la partecipazione al lavoro. In questo modo i possibili benefici saranno notevoli”.