Conto alla rovescia a Natale e la corsa ai regali non decolla a pieno ritmo anche se nel week end appena trascorso, una certa voglia di shopping c’è stata. “In queste prime fasi è difficile fare un bilancio, ci sono testimonianze discordanti, da una parte ci sono esercenti che dicono che ci sono state buone vendite, dall’altra chi dice che, nonostante del grande afflusso nelle vie dei centri storici, le vendite ancora stentano”. E’ quanto afferma il segretario generale di Confesercenti Mauro Bussoni all’Adnkronos, sulla base di alcune testimonianze registrate nel week end da parte dei soci-negozianti sulle vendite in vista delle festività natalizie.
“E’ difficile perché nulla è paragonabile all’anno scorso – prosegue – però tra i commercianti si respira un sentiment positivo in generale, al momento. A Milano come a Roma anche se, probabilmente, le cose sono andate meglio nelle città di medie dimensioni”. Comunque, “c’è una voglia di ritorno alla normalità per il fatto anche che quasi tutte le regioni siano ora gialle e lo si vede anche dalla voglia delle persone di tornare a mangiare nei ristoranti”.
“Noi riteniamo che ancora un 54% di persone deve fare i regali e pensiamo che si rivolgerà agli esercizi fisici” e quindi “potrebbe essere finita la bulimia da acquisti online per tornare a fare gli acquisti in modo tradizionale nei negozi in questi ultimi 10 giorni prima di Natale, frequentando le attività commerciali delle città. Il tutto in sicurezza”. Tuttavia il condizionale è d’obbligo per Bussoni: “se non ci saranno nuove restrizioni che è un’ipotesi che preoccupa non poco”.
In tutto questo poi, aggiunge il rappresentante dei negozianti, “c’è un dato che stride e riguarda la chiusura dei centri commerciali, delle gallerie e dei parchi commerciali nei prefestivi e festivi. Questo ha portato a far muovere la gente verso le zone storiche del commercio. E’ una follia e il 16 dicembre il Tar del Lazio esaminerà il nostro ricorso al riguardo”. “E’ una scelta che non abbiamo compreso così come il fatto che il governo non ci abbia consultato in modo preventivo sui ristori e sulle norme dei Dpcm”.