Le filiere dei prodotti Dop e Igp dei comparti agroalimentare e vitivinicolo sono un sistema che caratterizza tutto il Paese e genera una ricchezza diffusa nel territorio nazionale, con 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione distribuiti fra piccole realtà produttive e grandi distretti. Nel 2019 si registra un trend positivo per ben 17 regioni su 20 in Italia anche se tutte le regioni e le province italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle Indicazioni Geografiche. A rilevarlo è il XVIII Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi.
Le prime quattro regioni per impatto si trovano al Nord Italia e concentrano il 65% del valore produttivo Dop Igp. In cinque regioni su venti si supera 1 miliardo di euro di valore alla produzione generato dalle Ig: Veneto (3,95 miliardi di euro), Emilia-Romagna (3,52 miliardi di euro) che conta il maggior numero di produzioni certificate (44 Dop Igp), Lombardia (2,19 miliardi di euro), Piemonte (1,32 miliardi di euro), Toscana (1,16 miliardi di euro) e anche il Friuli-Venezia Giulia si avvicina alla soglia con 984 milioni di euro.
Le crescite più importanti sono in Lombardia, con un incremento superiore ai 200 milioni di euro in un solo anno e in Emilia-Romagna, con più di 100 milioni di crescita. Bene anche Piemonte e Campania, con un incremento annuale rispettivamente di 90 e 82 milioni di euro. In termini relativi, si contano complessivamente 7 regioni con tassi di crescita percentuale a doppia cifra dell’impatto economico delle filiere Dop Igp in un solo anno, con segnali positivi dalle regioni del Sud Italia.