“Le nuove opportunità dell’Europa pongono il Paese di fronte a scelte in termini di investimento che potrebbero avviare un percorso diverso in grado di superare i vincoli che il Paese ha vissuto fino adesso. All’interno di questa crisi il Paese è arrivato già indebolito. In questo quadro di debolezza strutturale del nostro Paese si ampliano le disuguaglianze”. A dirlo Luca Bianchi, direttore Svimez, in occasione di #UNLOCK_IT, seconda edizione di SUDeFUTURI, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia, che si tiene fino all’11 dicembre in diretta streaming dal Palazzo dell’Informazione di AdnKronos, in piazza Mastai a Roma.
“L’impatto economico della crisi nel 2020 – spiega – è leggermente superiore al Nord rispetto al Mezzogiorno, ma al Sud abbiamo un impato sociale molto più forte. La crisi va a colpire soprattutto le categorie più deboli della popolazione e i territori più deboli. Pagano di più i giovani e le donne. In particolare, per i giovani abbiamo il tema drammatico che vede completamente chiusi i canali di accesso al mercato del lavoro. Abbiamo stimati circa 800mila giovani, di cui quasi 500mila nel Mezzogiorno, che sarebbero entrati nel mercato del lavoro in questa fase che trovano però le porte chiuse. Due terzi dell’occupazione che abbiamo perso nel 2020 poi riguarda le donne”.
Riferendosi poi al Sud, Bianchi ricorda i problemi relativi alla scuola e alla sanità, come sottolineato nel rapporto Svimez. In particolare, dice, “i dati documentano un divario in termini di offerta servizi sanitari non solo di terapie intensive, ma in termini di numero di medici e infermieri per abitanti”.