Dallo stop ad una nuova patrimoniale sostenuta da Leu alla bocciatura delle proposte per scoraggiare le grandi aggregazioni bancarie, leggi Unicredit-Mps del M5S: la scure delle inammissibilità ha defalcato oltre un terzo (2.400) dei quasi 7mila emendamenti presentati alla manovra, ridotti ulteriormente in 874 segnalati.
Restano fuori per estraneità alla materia o per mancanza di coperture anche alcune norme-bandiera sostenute dai partiti della maggioranza. Stop innanzitutto alla proposta di patrimoniale di Leu per “carenza o inidoneità della compensazione”. Ma i firmatari sono pronti a dare battaglia e annunciano ricorso. “Ci sembra incredibile che un’imposta che garantisce maggior gettito venga respinta con questa motivazione. Per questo faremo ricorso contro questa decisione e ci aspettiamo una spiegazione, numeri alla mano, del perché questo sia accaduto”, tuonano in una dichiarazione congiunta Nicola Fratoianni e Matteo Orfini primi firmatari dell’emendamento sull’abolizione Imu e dell’imposta sui conti correnti e titoli, e con una tassazione progressiva sui grandi patrimoni.
Depennati per problemi di copertura anche due emendamenti di M5S, che puntavano a proteggere Mps da eventuali scalate, nella fattispecie Unicredit, limitando i vantaggi fiscali delle aggregazioni bancarie. Nel dettaglio, la prima proposta di modifica bocciata fissava a 500 milioni di euro il tetto massimo per trasformare in crediti d’imposta le Dta; la seconda invece consentiva la conversione delle Dta solo se una delle due società dell’operazione aveva meno di 50 dipendenti.
La mannaia delle inammissibilità ha anche colpito un emendamento di Italia Viva sulla disciplina della regolarità fiscale e contributiva richiesta ai soggetti che presentano offerte nelle gare di appalto, prevedendo che siano valide le domande presentate dai soggetti che abbiano ottenuto un provvedimento giudiziale di sospensione del provvedimento di accertamento tributario o previdenziale entro il termine di presentazione della domanda. Stop anche ad un altro emendamento Iv che puntava a istituire nella presidenza del Consiglio un comitato tecnico nazionale permanente per definire target di medio-lungo periodo per i volumi di domanda elettrica della pubblica amministrazione.
Cestinata anche una proposta di modifica del Pd per un credito d’imposta al 40%v per gli investimenti compiuti dai settori della ristorazione e dell’alloggio. E nella galassia delle inammissibilità sono finiti anche una serie di emendamenti del M5S: quello per la creazione dell’Istituto nazionale di Ricerche marine e Polari (Insmp) con sede a Napoli; un altro per un’indennità di 1000 euro per i pescatori. Niente da fare anche per la proposta pentastellata per un nuovo Fondo per sostenere il settore fieristico al Sud nei comuni al di sotto dei 50mila abitanti. Stop, tra gli altri, al progetto per un credito d’imposta al 70% per le spese sostenute nel 2020 e 2021 – per un massimo di 100.000 euro – dal settore wedding per pubblicità e promozioni.