Dallo sviluppo tecnologico e la ricerca scientifica fino alla coltivazione sostenibile. Ecco gli impegni di Philip Morris Italia nella filiera tabacchicola.  

1. Lo sviluppo tecnologico e la ricerca scientifica 

Philip Morris International si è data l’obiettivo di costruire un futuro senza fumo: eliminare le sigarette, sostituendole con prodotti senza combustione a beneficio di tutti quei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare. Per raggiungere questo obiettivo, dal 2008 l’azienda ha investito oltre 7 miliardi di Dollari per sviluppare, testare e produrre valide alternative alle sigarette in due centri di ricerca a Singapore e Neuchâtel, dove lavorano oltre 400 scienziati. Nel 2019, il 98% degli investimenti in Ricerca e Sviluppo è stato dedicato ai prodotti senza combustione, in crescita rispetto al 72% del 2016. 

2. Il futuro di Philip Morris: i prodotti senza combustione 

A fronte di una progressiva espansione nella commercializzazione dei prodotti senza combustione, oggi venduti in 61 mercati, sono 11,7 milioni i fumatori adulti nel mondo che hanno abbandonato completamente le sigarette per passare a IQOS, di cui oltre 1 milione in Italia. Perseguendo la visione di un futuro senza fumo, Philip Morris International è impegnata affinché 40 milioni dei propri fumatori adulti passino ai prodotti senza combustione entro il 2025. 

3. La centralità dell’Italia nella trasformazione del settore 

L’Italia è il centro della trasformazione di Philip Morris International, dove il Gruppo opera attraverso una filiera integrata, sviluppatasi nel tempo grazie a ingenti investimenti e alla creazione di migliaia di posti di lavoro, che dal seme della pianta di tabacco arriva fino ai prodotti del tabacco senza combustione, realizzati nello stabilimento di Crespellano (Bologna) e al consumatore, grazie a un recente investimento fino a 100 milioni di Euro in cinque anni che porterà 400 posti di lavoro a Taranto nel nuovo Philip Morris Digital Information Service Center (DISC). 

4. Philip Morris International e la filiera tabacchicola italiana 

Investire nel futuro e nell’innovazione della filiera agricola è una priorità di Philip Morris in Italia, così come sottoscritto nel 2019 nel Verbale d’Intesa siglato con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, oggi rinnovato, che prevede investimenti fino a 500 milioni di Euro complessivi in 5 anni da parte di PMI sulla filiera tabacchicola italiana, caratterizzandosi come il più alto investimento nel settore da parte di un’azienda privata, finalizzato non solo all’acquisto di tabacco in foglia italiano ma anche alla valorizzazione, innovazione e sostenibilità della filiera. 

La filiera del tabacco in Italia è la più importante in Europa e la 12esima al mondo per volumi di tabacco greggio prodotti (48 milioni di kg su un totale di 135 milioni in tutta Europa). In Italia, nella coltivazione di tabacco greggio, sono occupati a vario titolo circa 50.000 persone, tra addetti alla coltivazione e alla trasformazione primaria. 

Grazie agli accordi sottoscritti con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e con Coldiretti il gruppo in Italia acquista circa il 50% del tabacco prodotto in Italia. 

5. Dieci anni di filiera corta 

A partire dagli anni ’90, Philip Morris International ha sostenuto il settore nello sviluppo di un modello innovativo di filiera agricola. In particolare con gli accordi siglati nel 2011 con i Ministero dell’Agricoltura ed in partnership con Coldiretti, si è andati nella direzione di una filiera corta e integrata. Questo modello di Vertical Integration ha consentito la creazione di una filiera corta il cui centro è rappresentato dai coltivatori ed è stato il punto di partenza della visione strategica degli investimenti sul territorio italiano, che si sono ampliati nel corso degli anni. Il modello italiano rappresenta oggi un modello di assoluto prestigio nel panorama internazionale, che contribuisce a garantire prevedibilità commerciale, sostenibilità di lungo periodo e una migliore competitività a circa 1000 imprese tabacchicole Italiane attive in Campania, Umbria, Veneto e Toscana. 

6. Philip Morris e l’Open Innovation 

PMI punta molto anche nell’Open Innovation, con particolare riferimento al mondo agricolo. Dal 2019 infatti, in collaborazione con l’incubatore di start-up Digital Magics, Philip Morris Italia ha lanciato la call for innovation “BeLeaf: Be The Future” per intercettare soluzioni da parte di startup e piccole e medie imprese, per migliorare la gestione delle attività, la tracciabilità dei prodotti, l’integrazione di filiera. Delle oltre sessanta idee presentate, dodici hanno raggiunto la finale e tre hanno ottenuto l’accesso alla fase di co-design: cinque settimane per sviluppare concretamente la propria proposta in un’iniziativa congiunta con l’azienda. Ad aggiudicarsi la competizione la società Bluetentacles, che ha puntato, attraverso Iot e Ai, a ridurre i consumi idrici ed energetici. 

7. Una coltivazione sostenibile 

Philip Morris è impegnata affinché il tabacco utilizzato nei propri prodotti abbia i più alti standard di qualità, per garantire un prodotto perfettamente in linea con i più alti requisiti ambientali e normativi. Questo si riflette nella modalità di gestione dell’acquisto del tabacco, la cui filiera è composta da una molteplicità di attori con cui l’azienda si relaziona direttamente e indirettamente. Il più importante tra questi è l’Organizzazione Nazionale del Tabacco (ONT) di Coldiretti, una organizzazione di produttori che rappresenta e supporta con trasparenza e integrità i tabacchicoltori, oltre ad essere il soggetto deputato a vendere tabacco greggio a PM Italia. 

Il processo di coltivazione del tabacco si compone di molteplici passaggi, tutti strettamente supervisionati da Philip Morris Italia. Dalla selezione e l’utilizzo di sementi selezionate fino ai controlli sugli input utilizzati per la coltivazione del tabacco, tutto il procedimento è attentamente sorvegliato, al fine di garantire un prodotto della migliore qualità possibile. L’azienda si impegna affinché le zone di produzione di tabacco vengano gestite in maniera sostenibile, per tutelare e conservare la biodiversità degli ecosistemi, con un’attenzione particolare all’uso delle risorse naturali e al mantenimento della fertilità del suolo e a una gestione accurata dei rifiuti. 

Ad esempio, l’utilizzo dell’acqua deve essere gestito in maniera accurata, al fine di evitarne gli sprechi e prevenirne l’inquinamento. Allo stesso modo anche una corretta conservazione del suolo è determinante per proteggere l’ambiente: le aziende che collaborano con PM Italia sono chiamate ad adottare le migliori pratiche di conservazione e fertilizzazione del suolo per evitare la perdita di terreni dovuta alla cattiva gestione o a problemi di erosione, garantendo quindi opportunità di coltivazione anche alle generazioni future. 

Ancora, Philip Morris Italia promuove l’uso responsabile di fitofarmaci registrati per l’utilizzo su tabacco in Italia e non appartenenti alla I° Classe di Tossicità indicata nella Guida di Classificazione dei Fitofarmaci pubblicata dalla World Health Organization (WHO) e classificati come altamente pericolosi – Highly Hazardous Pesticides (HHPs). Rientrano tra gli obiettivi di Philip Morris Italia anche la riduzione del numero dei principi attivi impiegati. 

8. L’acquisto di tabacco nelle regioni italiane 

Relativamente ai volumi di tabacco “Flue Cured Virginia” (FCV) contrattati da PMI in Italia nel 2020, questi sono pari a circa 12.500 tonnellate, un dato in crescita rispetto agli impegni del 2019, che interessa soprattutto il Veneto e l’Umbria. 

Il tabacco FCV acquistato da PMI in Veneto è pari a circa il 50% di FCV prodotto in tutta la regione, mentre in Umbria supera il 40% del totale FCV prodotto in regione. In complesso gli acquisti di FCV di PMI rappresentano il 40% del FCV italiano e sono tutti commercializzati da ONT Italia. 

Per il tabacco Burley la contrattazione tra PMI e ONT Italia interessa un volume di prodotto che per la campagna 2020 è pari a circa 9.100 tonnellate, che fanno esclusivo riferimento alla regione Campania e che incide per il 66% sul totale Burley prodotto in Italia.