“Il fatto che Janet Yellen, ex banchiera centrale, sarà chiamata a gestire la politica fiscale” come segretario al Tesoro nella futura Amministrazione Biden “non è necessariamente” un tentativo di stringere un legame più forte fra politica monetaria e fiscale, anche se questa possibilità “certo viene in mente”: soprattutto “è stata scelta una persona di grande esperienza, che non ha solo esperienza di banche centrali, visto che prima della Fed è stata docente di macroeconomia”. Lo sottolinea all’Adnkronos l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, ammettendo che “certo in questo periodo distinguere” fra politica monetaria e politica fiscale “è abbastanza difficile visto che il finanziamento dei deficit pubblici, negli Usa come altrove, sta avvenendo grazie al fatto che le banche centrali stanno stampando moneta”. 

Peraltro, ricorda Cottarelli, “in questa fase la politica monetaria non ha un impatto forte sulla domanda: le banche sono già estremamente liquide, quindi in questo aggiungere altri soldi non ha conseguenze” sull’economia reale e quindi le politiche delle banche centrali “trovano il loro effetto rendendo possibili politiche fiscali più espansive”, dando ai governi lo spazio di manovra necessario.