“Penso che sia tornato il momento di investire con serenità e che l’industria italiana della gestione possa riuscire a chiudere l’anno in linea con quello precedente, se non in crescita”. Torna il sereno nel mondo della consulenza finanziaria dopo le turbolenze della prima fase dell’epidemia di Covid19. Francesco Velluti, vicedirettore generale di Intesa Sanpaolo Private Banking, è soddisfatto dai risultati ottenuti nei nove mesi dalla divisione del gruppo. “Chiaramente – spiega in un’intervista all’Adnkronos – anche noi quest’anno abbiamo seguito il trend di mercati, ma a fine settembre possiamo contare su un risultato positivo, sia in termini di ricavi, sia soprattutto in termini di nuovi clienti e nuovi apporti”.  

Delle masse amministrate dal Gruppo Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, che a fine settembre hanno raggiunto i 243,8 miliardi, un livello mai registrato prima, Intesa Sanpaolo Private Banking pesa per circa 110 miliardi e oggi raggruppa circa 38mila clienti. “Abbiamo avuto una crescita significativa legata al fatto che siamo una banca considerata molto solida e c’è un passaggio più facile di clienti verso una realtà considerata ‘un porto sicuro'”, sottolinea il manager. In questi mesi di “incertezza”, gli 892 private banker della rete sono riusciti a stare vicino ai clienti, nonostante lo smartworking e la distanza. “Avevamo preso l’impegno di mantenere aperte tutte le filiali e nei limiti del possibile siamo riusciti a farlo, lavorando sia in presenza che con gruppi di persone in smartworking. Siamo riusciti a dare una continuità operativa a tutti i clienti in maniera importante”.  

Il mestiere dei consulenti ha avuto un ruolo centrale, soprattutto durante il primo lockdown. “Nella fase iniziale – racconta Velluti – si è chiesto ai clienti di rimanere investiti il più possibile e chi è riuscito a non farsi prendere dal panico, alla fine, ha anche guadagnato in qualche modo”. Dopo marzo-aprile, “grossomodo si è tornati ad operare come prima. Oggi, con l’avvicinarsi dei vaccini e la speranza di vedere una ripartenza significativa il prossimo anno credo sia importante suggerire di rientrare sui mercati a chi ne è uscito o di continuare a investire ancora di più a chi è rimasto”.  

Negli ultimi mesi, il Covid19 e le misure di contenimento della pandemia hanno avuto come risultato anche quello di aumentare progressivamente la liquidità nei depositi, superando a ottobre i 1.700 miliardi. Ma tenere i risparmi sul proprio conto corrente, osserva Velluti, non fa bene al Pil. “Nei Paesi anglosassoni c’è una maggiore propensione al rischio e se il risparmio rende ha ripercussioni anche sul Prodotto interno lordo”. In Italia le cautele sono maggiori, ma “credo che un po’ alla volta andremo verso una realtà con una maggiore consistenza di investimenti gestiti rispetto alla liquidità di oggi”. Nel 2021, “torneremo al mondo di prima e ora è il momento di riprendere a investire con una certa serenità e di ragionare in un’ottica di medio-lungo termine”.